MILANO – Huawei e WWF annunciano la loro collaborazione a un progetto che si pone l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità delle Oasi di Orbetello e Burano in Toscana e di Astroni in Campania attraverso l’utilizzo della tecnologia. L’iniziativa, che avrà la durata di circa un anno, prevede il monitoraggio continuo e la registrazione dei suoni all’interno delle tre Oasi allo scopo di individuare segnali di eventuali attività umane illegali a danno dell’ambiente e della sua fauna per poterle prevenire e combattere.
La collaborazione con il WWF ha permesso di far approdare in Italia il “Nature Guardian Project”, iniziativa che da ormai 3 anni Huawei ha lanciato a livello globale insieme all’organizzazione no-profit Rainforest Connection (RFCx). In Italia il progetto fa parte delle attività di tutela della biodiversità previste nell’ambito della Campagna WWF “ReNature Italy” che ha lo scopo di rigenerare entro 10 anni la natura italiana.
Installando dispositivi dotati di sensori e alimentati dall’energia solare, in grado di raccogliere i suoni dell’ambiente circostante e di trasferirli su piattaforme dedicate per analizzarli con il supporto dell’Intelligenza Artificiale, è stato possibile proteggere le foreste e la fauna selvatica dal disboscamento illegale, dal bracconaggio e da altre minacce in ben 18 Paesi in tutto il mondo, tra cui Grecia, Cile, Costa Rica, Malesia e Filippine. Inoltre, il monitoraggio prolungato dei suoni, consente anche di effettuare studi sulla biodiversità e sulle specie animali, utili per stimare l’impatto delle attività umane sull’ambiente.
Un team composto da membri del WWF, tecnici di RFCx e guardie forestali procederà all’installazione in tre Oasi WWF di dispositivi in grado di rilevare e registrare i suoni della natura. Quando saranno rilevati colpi d’arma da fuoco, o altri suoni riconducibili a pratiche illegali, verranno immediatamente inviati a una piattaforma di controllo, che verificherà la segnalazione e potrà attivare prontamente le autorità competenti.
Il progetto in Italia: Orbetello, Burano e Astroni
L’Italia è uno dei paesi più ricchi in biodiversità di tutta Europa ma, allo stesso tempo, presenta anche uno dei più alti tassi di criminalità ambientale e di attività a danno della fauna selvatica del Vecchio Continente.
Grazie a un partner sul territorio locale come il WWF, da sempre in prima linea nella conservazione della biodiversità con un sistema di aree protette che comprende oggi ben 100 Oasi, è stato possibile individuare le tre aree d’intervento in cui implementare il progetto applicando il modello già utilizzato negli altri Paesi.
La Laguna di Orbetello e il Lago di Burano, in provincia di Grosseto, sono habitat delimitati da dune e foresta mediterranea, di primaria importanza per le quasi 300 specie di uccelli che ospitano. Il Cratere degli Astroni, in provincia di Napoli, è invece un cratere vulcanico unico, all’interno della più ampia caldera dei Campi Flegrei, che ospita tre laghi, una foresta mediterranea ben conservata e 130 specie di uccelli oltre a ricche popolazioni di anfibi, rettili e insetti. In queste Oasi WWF, tutte Riserve Naturali Statali nonché Siti Natura 2000 identificati a livello europeo, le principali minacce derivanti da attività umane dannose che il progetto si pone come obiettivo di affrontare sono il bracconaggio, il disboscamento illegale, l’accesso non autorizzato a queste aree, soprattutto con veicoli da motocross, e fuochi pirotecnici che possono innescare incendi boschivi.
Dei 45 dispositivi che verranno installati nelle tre Oasi, 10 denominati “Guardiani della Natura” registreranno i suoni fino a 3 km di distanza per inviare allarmi in tempo reale alle guardie WWF mentre gli altri 35, denominati “Edge Audiomoth”, lavoreranno offline immagazzinando i suoni di questi ecosistemi il cui studio, successivamente, permetterà di ampliare le attuali conoscenze sulla biodiversità e di analizzare il comportamento delle specie faunistiche presenti al fine di effettuare una stima della loro presenza e dell’impatto dei cambiamenti ambientali e delle attività umane. Questi studi verranno effettuati anche analizzando i suoni di altre 9 Oasi (Cesine, Valpredina, Valle Averto, Ghirardi, Monte Arcosu, Valtrigona, Capo Rama, Gole del Sagittario e Levadina) che il WWF ha selezionato sulla base della loro ricchezza e diversità biologica: si va dalle praterie alpine alle coste rocciose della Sicilia, permettendo di raccogliere preziose informazioni su una serie di specie animali e condizioni ambientali molto diverse tra loro ma tutte altamente rappresentative della biodiversità italiana.
“Siamo orgogliosi di essere finalmente riusciti a portare questo progetto in Italia. Un Paese che, oltre al patrimonio artistico e culturale per cui è ben noto nel mondo, possiede una ricchezza naturalistica immensa e variegata, che va preservata con cura” – ha dichiarato Luigi De Vecchis, Presidente di Huawei Italia. “Noi di Huawei sviluppiamo innovazione tecnologica per costruire un mondo migliore e siamo fermamente convinti che quest’ultima possa svolgere un ruolo fondamentale al servizio di obiettivi come il benessere della società, la sostenibilità economica e la tutela dell’ambiente. Lavorare al fianco del WWF, nostro partner in questa iniziativa, e con le istituzioni locali, ci permette di dare il nostro piccolo contributo tecnologico aiutando a proteggere parte della natura di questo nostro bel Paese”.
“Iniziative come questa ci consentono di affiancare ai tradizionali metodi di studio della biodiversità modalità innovative di rilevamento, che consentiranno di conoscere sempre meglio il patrimonio naturale tutelato dalle nostre Oasi e di intervenire prontamente in caso di attività illegali a suo danno, mettendo a disposizione delle autorità competenti un approccio integrato, che speriamo possa essere presto replicato in altre aree protette italiane” – ha aggiunto Marco Galaverni, Direttore Programma e Oasi di WWF Italia.
Attraverso TECH4ALL Huawei porta avanti progetti di inclusione e sostenibilità in tutto il mondo sfruttando il potenziale delle tecnologie digitali per realizzare cambiamenti concreti: connettere le popolazioni che abitano nelle aree più remote del mondo, contribuire allo sviluppo delle comunità più svantaggiate attraverso la formazione, garantire accesso all’istruzione e ai servizi sanitari a tutti e difendere il pianeta.