BENEVENTO – Dai fisici teorici dell’Università del Sannio arriva la conferma che senza il lockdown si sarebbero più che quadruplicati i ricoveri da covid 19 in Italia.
Con modelli statistici mutuati dalla fisica sono stati analizzati i dati sulla diffusione della pandemia ed è stato stimato il benefico effetto del lockdown nei mesi di marzo- maggio in Italia.
Secondo il modello elaborato, il picco dei ricoverati in Italia sarebbe potuto essere di circa 231000 pazienti ma, grazie al lockdown, è stato invece di circa 52000. Di conseguenza, il lockdown ha permesso di salvare, durante la prima ondata dell’epidemia, migliaia di vite. Lo studio, firmato dai fisici del gruppo di ricerca diretto dal professore Antonio Feoli dell’Università del Sannio, è stato pubblicato dalla rivista internazionale “The European Physical Journal Plus” [vol. 135, art. n. 644 (2020)].
“Proliferano in questo periodo – ha dichiarato il prof. Feoli – le pubblicazioni di ricerche che esaminano da vari punti di vista la pandemia di covid 19. Oltre ai medici e agli epidemiologici, si cimentano sempre più spesso in approfondite analisi sul tema matematici, statistici e in particolare fisici teorici. In quest’ambito si inserisce il nostro lavoro. In genere, il gruppo si occupa di elaborazione statistica di dati sperimentali in astrofisica (cosmologia, galassie e buchi neri), ma gli stessi metodi statistici possono essere applicati anche all’analisi dei dati sulla diffusione dell’epidemia di covid in Italia”.
In particolare, nel loro studio, gli autori Antonio Feoli, Antonella Lucia Iannella ed Elmo Benedetto hanno esaminato l’andamento della curva dei pazienti ospedalizzati e dei decessi in Italia nel periodo che va dal 2 marzo al 9 giugno di quest’anno. È stata trovata una funzione che approssima molto bene i dati sperimentali e che ha la stessa struttura di quella caratteristica di propagazione di un pacchetto d’onde in un mezzo dispersivo. “L’analogia che abbiamo analizzata con il comportamento delle onde in elettromagnetismo e in meccanica quantistica – conclude il prof. Feoli – è molto stringente e potrebbe essere usata anche per fare previsioni sulla seconda ondata dell’epidemia”.