MILANO – Joseph Schumpeter sosteneva, con poche e incisive parole, “fare le cose vecchie in modo nuovo, questa è innovazione”. Si tratta di una definizione che, mai come in questo periodo, risulta di assoluta importanza, alla luce degli innumerevoli cambiamenti a cui l’intera società ha dovuto far fronte nel corso degli ultimi anni, come, ad esempio, l’avvento degli assistenti virtuali. É in questo scenario innovativo e d’avanguardia che, IgoodI, la prima Avatar Factory italiana fondata da Billy Berlusconi, instaura una partnership con QuestIT, company, anch’essa made in Italy, specializzata nello sviluppo di tecnologie proprietarie di intelligenza artificiale, con l’obiettivo di realizzare avatar sempre più tecnologici, in grado persino di parlare. Tutto questo è possibile grazie all’applicazione dell’intelligenza artificiale agli stessi virtual humans.Il virtualassistant èuna tecnologia che, stando ai dati di mercato raccolti, risulta oggi essere un asset in grande crescita. Le prime conferme a tal proposito giungono da Grand View Research, secondo cui il mercato globale degli assistenti virtuali intelligenti avrà un valore pari a 52 miliardi di dollari entro il 2028, con un CAGR del 28,5% nei prossimi 7 anni. E non è tutto. Infatti,ZDNet, portale d’informazione specializzato in tecnologia, ha realizzato un approfondimento ad hoc che analizza ulteriormente lo scenario: entro la fine del 2021 si prevede che aziende e consumatori spenderanno fino a 3,5 miliardi di dollari per quelli che vengono definiti i Virtual Personal Assistant (VPA).
“Grazie a questa partnership entriamo ufficialmente nel mercato emergente degli assistenti virtuali– dichiara Billy Berlusconi, founder di IgoodI –L’accordo segna un’ulteriore evoluzione coerente con il piano di sviluppo della nostra company, iniziato con l’alta definizione della copia digitale 3D, assicurata dalla fotogrammetria che utilizziamo in sede di scansione del corpo fisico, proseguito con l’adozione dello Smart Body, un importante dataset di informazioni antropometriche della persona integrato nell’avatar, e ora arricchito dall’intelligenza artificiale che abilita gli stessi soggetti virtuali alla comunicazione diretta one to one. In questo modo il nostro obiettivo, che consiste nel portare l’individuo fisico nel digitale per generare utilità all’interno dei vari contesti quotidiani, dallo shopping online alle teleconsulenze di Fitness & Wellness fino al mondo della salute, raggiunge un ulteriore livello di performance. QuestIT è certamente un punto di riferimento nel campo dell’innovazione digitale e dell’intelligenza artificiale e siamo sicuri che grazie a questa collaborazione saremo in grado di dare inizio ad una nuova e brillante possibilità espressiva della Marca in cui gli avatar risulteranno sempre più importanti ed efficaci dal punto di vista della relazione col pubblico”.
“Siamoorgogliosi di questa partnership e di mettereAlgho, il nostro il primo artificial human intelligente, a servizio delle persone e delle aziende. I nostri assistenti virtuali si basano su sistemi proprietari di NLP (Natural Language Processing), che comprendono il linguaggio naturale attraverso una profonda analisi semantica che li rende realmente capaci di assolvere le richieste degli utenti a più livelli laddove i normali Chatbot finiscono per richiedere l’intervento di un operatore – racconta Ernesto Di Iorio, CEO diQuestIT– Grazie ad un ecosistema di tecnologie pensate appositamente per la realizzazione di assistenti virtuali, Algho è capace di riconoscere glistati d’animo del clientee rispondergli di conseguenza, supportarlo nell’ individuazione del prodotto giusto e guidarlo nella navigazione di e-commerce complessi come se fosse un dipendente che assiste il cliente in uno store, sono solo alcune delle operazioni possibile grazie alle nostre tecnologie al fine di migliorare i processi aziendali, i quali saranno dotati di skill uniche che consentiranno loro di esprimersi e interagire con una propria audience”.
É su questa lunghezza d’onda che si sta muovendo tutto il mercato dei servizi B2B, come risalta anche dallo studio realizzato daThe Conversation:stando infatti a quanto indicato dal noto portale d’informazione, i professionisti del settore punteranno ad umanizzare sempre più gli assistenti virtuali per incrementare il tasso di empatia col proprio pubblico. Sempre nella stessa direzione, un ulteriore segnale viene dalla progressiva diffusione dei metaversi, veri e propri spazi digitali tridimensionali nei quali vengono ambientate attività una volta di esclusivo appannaggio del mondo fisico, come ad esempio negozi o manifestazioni/eventi aperti al pubblico. Sono tutti ambiti nei quali il Virtual Assistant assumerà il fondamentale ruolo di voce primaria della Marca e di guida personale dell’utente per la fruizione dell’esperienza.