(PRIMAPRESS) – ROMA – Approvata in serata dal Consiglio dei ministri la nota di aggiornamento al Def. Lo scoglio da superare era il reperimento dei 23 miliardi di euro utili a scongiurare l’aumento dell’Iva, o a dirla in le parole del premier Giuseppe Conte a sterilizzarla completamente” con l’idea, ma non troppo condivisa da altri componenti del CdM, di abbassarla per generi alimentari di prima necessità.Il rapporto deficit-Pil segnerà 2,2% sia nel 2019 che nel 2020, muovendosi verso un calo solo nei due anni successivi: 1,8% nel 2021 e 1,4% nel 2022. Tetto che deve essere stata già una forzatura verso l’Ue un po’ più tollerante rispetto alla manovra del precedente governo giallo-verde. La riduzione del cuneo fiscale nel 2020 è stato valutato in 0,15 punti percentuali di PIL, che saliranno a 0,3 punti nel 2021.Sulle tanto discusse coperture, le risorse necessarie alla manovra per il 2020 corrispondono allo 0,8% del Pil, vale a dire circa 14,4 miliardi di euro.Certi, stando al documento, i 7,2 miliardi di euro in arrivo dalla lotta all’evasione e gli 1,8 miliardi dalla spending review, mentre una parte della quota restante dovrebbe arrivare dai tagli a diversi sussidi e altre misure fiscali.Proprio riguardo queste ultime c’è infatti un chiaro riferimento alla “proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni”, mentre c’è un focus anche sul fronte green, con una “riduzione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1 per cento del Pil. – (PRIMAPRESS)