ROMA – Esattamente da mezzo secolo l’impiantistica industriale italiana contribuisce alla crescita del Prodotto interno lordo e allo sviluppo del sistema industriale e dell’occupazione. Negli anni il settore ha cambiato pelle individuando i nuovi trend delle esigenze degli Stati in ottica di sviluppo sostenibile, accompagnando da protagonista la transizione energetica ed ecologica.
L’impiantistica industriale italiana quota oggi l’11 per cento del PIL (con il 75 % come esportazione, fonte: SupplHi Analysis 2023), con una galassia di aziende medie e piccole che si affiancano ai colossi del settore per un fatturato complessivo di circa 190 miliardi l’anno, con 630 mila addetti tra l’Italia e le attività all’estero.
E, proprio sull’estero e sul mercato globale si concentra l’attenzione dell’Associazione Nazionale Impiantistica industriale ANIMP, aderente a Confindustria, che ha deciso di dedicare l’incontro del suo cinquantennale ad alcuni temi cardine per la ripresa dell’economia italiana, dal Piano Mattei al settore dell’acqua, risorsa sempre più preziosa, dalle fonti rinnovabili alla distribuzione dell’energia, dalle nuove professioni connesse allo sviluppo sostenibile alla dimensione euromediterranea delle crisi climatiche.
I massimi esperti internazionali, decisori istituzionali e rappresentanti delle aziende italiane e mondiali si sono dati appuntamento a Roma il 14-15 settembre per discutere delle leve di rilancio e degli investimenti sulle nuove soluzioni tecnologiche made in Italy per il futuro del Pianeta.
Tra i momenti più rilevanti della due-giorni la firma di due protocolli di intesa con l’International Desalination Association (IDA) e SWCC Saline Water Conversion Corporation) e le testimonianze di quanto realizzato a Genova e programmato per l’Acquedotto pugliese.
Attenzione puntata anche sul tema dell’occupazione giovanile e della connessione con il sistema scolastico e universitario, sempre più necessaria per soddisfare le ambizioni dei giovani verso il settore green e le esigenze del mercato del lavoro, che nel futuro avrà ancor più bisogno di tecnici specializzati e laureati specializzati.