CEVA – Ci sono luoghi, dove si respira ancora un’atmosfera rurale, che raccontano storie di vita contadina e di prodotti enogastronomici che dai campi arrivano direttamente in tavola. Luoghi in cui abitano meravigliose tradizioni, gemme nascoste capaci di restituire a chi le visita una primordiale connessione con la natura. Sono le terre di un Piemonte ancora da scoprire, raccontati attraverso splendidi itinerari adatti ad essere percorsi in bicicletta o a piedi, nell’ambito del progetto “Viaggio nelle Terre Autentiche di Piemonte”, un piano di valorizzazione territoriale che coinvolge diciotto comuni e che vuole raccontare la bellezza del territorio del Sud del Piemonte.
La Langa Cebana, le Valli Mongia e Cevetta, con le Sorgenti del Belbo, si fanno strada oltre ai territori del Piemonte già noto, diventando manifesto di sostenibilità, biodiversità e rispetto per l’ambiente. Il Piemonte “nascosto” si svela come un gioiello prezioso, costituito da natura viva, ricca e sorprendente.
A seguito del lancio del progetto e del primo tour in Langa Cebana, presentato nel mese di luglio sul portale www.terreautentiche.it, nascono due nuovi itinerari, alla scoperta della Valle Mongia, Valle Cevetta e delle Sorgenti del Belbo. I tour guidano i visitatori nel ventre di queste terre ricche di fascino, custodi di antiche tradizioni. I percorsi, praticabili quasi tutto l’anno, offrono panorami straordinari in autunno, con i colori bruniti e aranciati del foliage, ma anche in primavera o in estate, tra campi di grani preziosi, borghi storici, cappelle campestri, Ciabot in pietra di Langa e altari votivi, sapori autentici e genti accoglienti.
Tour in Valle Mongia: tra castagneti secolari e vestigia napoleoniche
La Valle Mongia regala emozionanti incontri con la storia sulle tracce di Napoleone e mostra una natura maestosa. Si parte dalla bassa valle, con una prima parte del percorso dedicata ai comuni di Lesegno, Mombasiglio e Scagnello. Il tour inizia nel cuore di Lesegno, dalla piazza antistante il Castello dei Marchesi del Carretto edificato nell’XI secolo su una balza di tufo magmatico, diventato sede del quartier generale di Napoleone Bonaparte durante la prima campagna d’Italia. In bicicletta si prosegue alla scoperta di deliziose cappelle, alcune delle quali, ad esempio quella di S. Nazario, custodiscono preziosi affreschi. Lasciato il centro abitato si prosegue avvolti da fitti boschi di querce, castagni, faggi, betulle e pini. Lungo il percorso ci si imbatte in una rete di sentieri ben tracciati, adatti alla mountain bike, al running o al trekking. In autunno queste terre sono ricche di funghi prelibati, come porcini, ovuli e gambette rosse o grigie. Tra suggestive vedute della vallata, intervallate da torri e castelli che svettano tra gli alberi, si raggiunge la località Masentine, che sorprende lo sguardo con il ponte naturale sul torrente Mongia, incorniciato da una vegetazione rigogliosa.
Per una tappa gourmet dopo la pedalata, proprio sulle sponde del Mongia, è possibile sostare nelle aree attrezzate, o gustare ottimi prodotti locali in una delle osterie disponibili. Risalendo in direzione Mombasiglio si possono ammirare alcuni ritrovamenti romanici e medievali, mentre inoltrandosi ancora per pochi chilometri in salita, si incontrano le suggestive borgate di Alberghetti e Ascheri, con la tipica architettura di media montagna. La legna di castagno accatastata ai bordi del bosco e i “seccatoi” – gli Scau in dialetto piemontese – infondono nell’aria un profumo inconfondibile, che avvolge i sensi durante la pedalata verso Scagnello, “terra del tartufo nero” alla cui valorizzazione è dedicata una festa ogni anno nel mese di marzo. Nel piccolo borgo si viene accolti dai resti della torre e dall’arco di forma barocca che incornicia la Chiesa di San Giovanni Battista.
Una divertente discesa costeggiata dalle sagome delle balle di fieno conduce in direzione del comune di Mombasiglio. Il paese è riconoscibile per la possente torre del castello che svetta sulla collina, un tempo fortezza delle armate napoleoniche. Al castello è possibile visitare – su prenotazione – il Museo Bonaparte, che ospita la collezione più estesa di stampe e acqueforti originali dell’artista Giuseppe Pietro Bagetti sulla prima campagna d’Italia di Napoleone.
Questa prima parte del tour, sulle tracce di Napoleone, si conclude con rientro a Lesegno, tra belvedere e panorami senza eguali che accarezzano vallate e pianure.
L’itinerario della valle prosegue con un percorso dedicato ai “Tesori della Montagna”, attraverso i Comuni di Lisio, Battifollo e Viola, risalendo le dorsali ai lati del torrente Mongia, per cui è consigliata l’e-bike. Il piccolo Comune di Lisio si apre agli ospiti con una scultura che celebra le tradizioni tramandate per generazioni e l’amore che le genti di questi luoghi hanno per la natura e i prodotti che ne derivano: due macine antiche in pietra e una lastra in ferro che ha la forma di una castagna danno vita a un’installazione che campeggia nella piazza del paese e appena fuori dal centro abitato una scultura in legno, raffigurante un nonno e un nipote intenti nel lavoro rurale, accolgono i visitatori. Oltrepassando il Comune di Scagnello, ci si trova immersi in una dimensione magica, in cui la natura domina il paesaggio e – ad un’altitudine di 900 m slm – si gode di un panorama eccezionale sull’intera vallata e sul delizioso borgo di Battifollo.
Qui si respira l’arte dell’agricoltura forestale, antica pratica che si basa sull’interazione tra uomo e natura, nel rispetto delle terre e nella loro fruizione sostenibile. Battifollo è un gioiello per escursionisti, che percorrono la valle tra castagneti secolari, coltivazioni di nocciole, antichi cereali e grano saraceno.
Il Borgo merita una visita: le rovine del castello, con la sua imponente torre risalente al XIII secolo, un tempo furono occupate dalle truppe di Bonaparte.
I buongustai apprezzeranno una pausa gustosa presso lo storico forno di paese, che produce ottime paste di meliga artigianali a Km0. Prima di lasciare il borgo è interessante una visita alla Chiesa di San Giovanni Battista, che custodisce alcuni affreschi e un architrave con iscrizioni. Si riparte, tra pinete, faggete e castagni da legno, con l’odore inebriante della resina che assiste la pedalata in direzione di Viola Castello. Viola conserva una delle aree dove il bosco di castagno da frutto è meglio custodito: è consigliata una tappa al “Borgo delle castagne”, dove percorrere i Sentieri dei Custodi dei Castagneti, accompagnati ogni domenica pomeriggio dallo sherpa del villaggio. Tra essiccatoi tradizionali, tartufaie e ricco sottobosco, si raggiunge la borgata con i ruderi del castello e le tipiche casette di montagna che rendono l’ambiente caratteristico. Pietre, mattoni argillosi e un intonaco che ha origine dalla malta fanghiva ricavata in loco, fanno da sfondo sul sentiero che dalla borgata conduce al centro abitato del Paese, noto per la lavorazione della Castagna Garessina, sapientemente trasformata in confetture, farine, pasta, dolci, liquori e birre.
Poco distante da Viola Castello, su una sommità panoramica che abbraccia la vallata – permettendo allo sguardo di scorgere il mare – si trova il Santuario della Madonna della Neve. Scendendo verso la valle, si incontra “Rocca dei Corvi”, imponente roccia attrezzata con una via ferrata molto apprezzata dai climbers.
Di rientro a Lisio è possibile visitare le numerose cappelle campestri, prima di completare il tour della Valle Mongia, per portare con sé le immagini, delicate come acquerelli su tela, di questo incredibile territorio.
Tour Valle Cevetta e Sorgenti del Belbo: storia, gusto e natura
La Valle Cevetta svela tutta la sua bellezza, con le contaminazioni che provengono dal mare, in un territorio che tocca il confine tra Piemonte e Liguria. I borghi medievali, la natura rigogliosa che si rinnova con lo scandire delle stagioni, le sorgenti, le materie prime e la loro lavorazione sostenibile, fanno di questa vallata un luogo dove gusto e storia si intrecciano, conferendole un fascino particolare.
Il Tour alla scoperta della valle Cevetta parte da Priero, paese immerso nella campagna, il cui centro storico è attraversato da viuzze caratteristiche, splendidi portici e botteghe artigianali, con scorci “senza tempo”. A Priero emerge la possente torre di pietra grigia alta 37 metri, tutt’ora visitabile, insieme alla Chiesa barocca di Sant’Antonio Abate. Subito fuori dal paese si trova il Santuario Beata Vergine della Sanità, in stile rinascimentale. Lasciato il centro abitato una via panoramica conduce in direzione di Sale delle Langhe, tra suggestive chiesette e piloni votivi. Campi coltivati e distese verdeggianti costeggiano il percorso. Salendo un poco si vedono i primi boschi di castagno che in autunno, con il foliage, regalano uno spettacolo emozionante dalle tonalità calde e ramate.
In discesa, sulla strada di Sale delle Langhe, tra gli aromi delle piante officinali, il panorama si affaccia sull’incantevole borgo di Sale San Giovanni, noto principalmente per la profumatissima distesa di lavanda che lo tinge di lilla all’inizio dell’estate. Il paesino di Sale delle Langhe è immediatamente riconoscibile, con le sue case in mattoni e le finestre ad arcate a sesto acuto. Appena fuori dal paese emerge l’elegante Palazzo Rosso in stile inglese. Pedalando lungo la via della “Pedaggera” si raggiunge Montezemolo, che sorge al congiungimento di due valli, Cevetta e Bormida. Montezemolo è la “porta d’ingresso” della Riserva Naturale delle Sorgenti del Belbo, tra le province di Cuneo e Savona: gli appassionati di botanica ameranno questa località per le coloratissime fioriture di orchidee, presenti con 22 specie. L’area protetta è un luogo paradisiaco, ideale per passeggiate a piedi, in mtb o a cavallo.
In paese il Palazzo Cordero di Montezemolo accoglie i visitatori, con un’aria signorile e raffinata. Montezemolo è una delle “città italiane del miele”. Oltre alla produzione di questo nettare prezioso qui si possono gustare eccellenze come pregiati tartufi, formaggi e i famosi “salumi di mare” – prodotti derivanti dalla lavorazione di tonno, bottarga e acciughe.
Castelnuovo di Ceva, poco distante, è un piccolo centro abitato noto per le sue sorgenti. In lontananza si scorge la torre che domina il centro storico, dalla cui cima si riesce a vedere il Monviso a nord e il mar Ligure a sud. Rientrando a Priero, in chiusura della prima parte del tour, è consigliata una sosta, con degustazione di prodotti locali o un’esperienza sensoriale nel laboratorio di distilleria!
L’itinerario in Val Cevetta può essere completato nelle terre del Belbo, proseguendo tra i Comuni di Saliceto e Montezemolo, con un’andatura lenta, per godere appieno della biodiversità locale, soffermandosi ad ammirare specie animali e vegetali endemiche.
A Saliceto il Borgo medievale si può scoprire con l’ausilio dei volontari dell’Associazione Castrum Saliceti: una breve visita guidata porta al Castello Marchesi del Carretto, alla Chiesa Parrocchiale rinascimentale di San Lorenzo, quella di Sant’ Agostino – oggi sconsacrata, ma custode di bellissimi affreschi del quattrocento e infine alla Chiesa di San Martino, tra misteri e atmosfere suggestive. Pedalando in direzione Camerana, tra colline con sponde di arenaria e tufo, si osservano le stratificazioni tipiche della terra dell’Alta Langa, alcuni muretti a secco, ciabot in pietra e piccole costruzioni rurali.
Rientrati sulla “Pedaggera” il territorio è pianeggiante con coltivazioni di foraggio, in particolare modo di trifoglio, che mosse dal vento, sembrano ricreare le “onde del mare” … uno spettacolo a cielo aperto. Oltre alle Sorgenti del Belbo, nuovamente verso Montezemolo, si raggiunge la “Cima Coppi”, dove salendo si possono ammirare i resti del “Castello del Monte”, con una vista impagabile sulle Alpi Liguri e Marittime. Rientrando in direzione Saliceto, l’itinerario in Val Cevetta volge al termine, lasciando negli occhi e nel cuore un po’ di genuina meraviglia.
Per godere pienamente degli itinerari, magari sfruttando uno dei primi weekend autunnali, è consigliato il pernottamento in una delle caratteristiche strutture segnalate attraverso le mappe interattive sul portale www.terreautentiche.it, dove è possibile approfondire tutti i tour, per una pausa rigenerante alla scoperta del Piemonte più autentico.