(PRIMAPRESS) – MILANO – Il retail di Nike, la multinazionale americana di articoli sportivi, cambia pelle e si prepara a tagliare i rivenditori indipendenti a vantaggio dei propri margini. La notizia è riportata dal Sunday Times e ha colto di sorpresa la grande distribuzione dei multibrand sportivi. In una lettera il colosso dello sportswear sarebbe pronto a mettere fine, entro il 2021, alla collaborazione con centinaia di negozi. “Il loro modo di gestire lo stock non è più in linea con la strategia distributiva di Nike”, sarebbe la motivazione ufficiale fornita dal gruppo guidato da Mark Parker, che, di riflesso, potenzierà le attività del sito e-commerce e degli store Nike.Alcuni contratti di fornitura potrebbero iniziare a concludersi nel 2020, per uno stop definitivo nel 2021.La società Usa ha chiuso il primo trimestre d’esercizio con utili e ricavi in aumento, grazie in particolare alla performance della Cina. Nei tre mesi chiusi il 31 agosto scorso, il gigante dello swoosh ha registrato una crescita dei profitti del 25% a 1,37 miliardi di dollari (pari a circa 1,24 miliardi di euro). I ricavi trimestrali sono cresciuti del 7% a 10,66 miliardi di dollari, sopra le attese degli analisti per 10,44 miliardi. Il presidente e CEO Mark Parker ha commentato la trimestrale parlando di un “forte inizio dell’anno fiscale 2020”.A livello geografico, il mercato nordamericano, da cui deriva la gran parte delle vendite, ha registrato una crescita del fatturato del 4% a 4,29 miliardi di dollari, mentre i ricavi della Greater China sono aumentati del 22% a 1,67 miliardi. Questo aumento è stato registrato per tutte le categorie di prodotti, inclusi i settori tessile, calzature e attrezzature sportive, e ha consolidato l’Ex Celeste Impero come mercato estero di maggiore rilevanza per Nike.
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