TORINO – Dopo il Convegno fondativo del 3 dicembre 2020, che ha visto la partecipazione online di oltre 600 persone, la nuova Società Italiana per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale SIpEIA (www.sipeia.it) organizza il convegno online “MEDICI: PRIMI ATTORI O COMPRIMARI? Intelligenza Artificiale e Etica Medica” che si terrà domani, martedì 13 Aprile 2021, alle ore 17:00 su piattaforma Webex.
Il convegno è organizzato in collaborazione con Circular Health for Industry, uno dei tre progetti di ricerca sostenuti dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “Intelligenza Artificiale, uomo e società”, che vede l’Università di Torino capofila (coordinatore il Prof. Guido Boella) assieme a Fondazione Bruno Kessler, Agroinnova e vari partner industriali e territoriali, fra i quali l’ospedale Città della Salute e della Scienza di Torino e l’ospedale Cottolengo. Circular Health for Industry si occupa di applicare le tecnologie AI mettendo assieme il mondo salute e quello agrifood, secondo l’approccio della virologa Prof.ssa Ilaria Capua dell’Università della Florida. Il progetto ha fra i suoi temi principali l’approccio etico all’utilizzo dell’AI.
Uno degli ambiti in cui l’Intelligenza Artificiale porterà maggiori cambiamenti già nel breve termine è la medicina. La medicina è particolarmente coinvolta perché le tecniche basate sull’apprendimento automatico (Machine learning) già consentono di migliorare la precisione delle diagnosi mediche o di anticipare l’esito di possibili interventi terapeutici. Queste nuove possibilità però rimettono in gioco il ruolo dei medici nel loro lavoro, che avranno a fianco strumenti che potrebbero avere conoscenze maggiori delle loro, ma che i medici potrebbero non comprendere pienamente. Questo ci conduce a nuove domande: Come sarà il futuro, quando la precisione dei sistemi automatici sarà ancora più raffinata? Si può pensare che l’ampia applicazione di tecnologie di IA sempre più efficaci nella pratica medica verrà a problematizzare il ruolo del medico come attore principale dei processi decisionali diagnostici e terapeutici? Qualora diagnosi e prognosi automatiche dovessero risultare assai più affidabili di quelle umane, quale sarebbe il ruolo del medico? Finirebbe per essere mero comunicatore di una predizione automatica o continuerebbe ad avere un ruolo di rilievo, grazie alla propria capacità di valutare criticamente e integrare tale predizione? Già ora sul piano etico si è avuto un ridimensionamento della centralità che il medico aveva nella prospettiva ippocratica: l’IA comporterà una ulteriore riduzione di quella centralità?