TORINO – Il Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, in capo alla Presidenza della Banca, ha organizzato il seminario on line #checovidfatigue, per affrontare il tema del long Covid e della Covid Fatigue legato alle le conseguenze psicologiche del confinamento per periodi prolungati.
Tornare a una vita normale, per giovani e adulti, per chi ha avuto perdite o chi ha curato i famigliari, comporta sforzi e scelte da supportare. Con l’incontro di oggi, il Fondo di Beneficenza intende richiamare l’attenzione delle organizzazioni del Terzo settore su questo aspetto ancora poco noto ma non secondario con l’obiettivo di raccogliere progetti innovativi rivolti al contrasto di un disagio che rischia di accentuare le fragilità – e farne nascere di nuove – nei prossimi anni.
Giovanna Paladino, Senior Director Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo ha dichiarato: “Abbiamo deciso di organizzare questo seminario perché il tema è rilevante e ancora relativamente poco conosciuto. Il COVID ha travolto il mondo degli adolescenti e dei bambini che all’inizio sembravano essere stati risparmiati dalla pandemia. Purtroppo non è così e le conseguenze psicologiche del confinamento sono ancora poco conosciute ma, come testimonieranno i relatori, niente affatto secondarie. Tornare a una vita normale sarà difficile, non solo per i ragazzi, ma anche per chi il virus SARS-Covid-2 lo ha vissuto prendendosi cura dei malati o affrontando la perdita di familiari. Per questo richiamiamo l’attenzione del terzo settore affinché presenti progetti innovativi rivolti ad affrontare un disagio che ci condizionerà per alcuni anni.”
Damiano Rizzi, psicologo clinico e Presidente di Fondazione Soleterre Onlus, direttamente impegnato in presenza nei reparti Covid del Policlinico San Matteo durante l’emergenza a Marzo 2020 e nelle fasi successive, ha aggiunto: “Ci sono dei momenti in cui il COVID ha determinato il rischio che non ci si potesse più toccare, stringere una mano. E credo che il nostro lavoro come psicologi clinici in prima linea in ospedale (e poi in tutta Italia), abbia anche significato mantenere quel contatto, quella connessione con coloro che rischiavano di smarrirsi in quel periodo traumatico: le persone ricoverate, il personale sanitario, i familiari, chi si sentiva solo e chi era sopraffatto dalla paura. E in qualche modo, a livello simbolico, abbiamo tenuto stretta, con quella mano, la possibilità che nulla, non una parola, non un pensiero, non un gesto, non un suono andasse perso. Il prendersi cura significa questo: non dimenticare nessuno e nessun aspetto, in ogni situazione, anche quando prendersi cura vuole dire dare la propria vita. Perché questo significa dare valore alla vita degli altri”.
Roberto Vignola, Vice Direttore Generale Fondazione Cesvi ha inoltre commentato: “Sono molto riconoscente al Fondo di Beneficienza di Intesa Sanpaolo per aver acceso i riflettori su questo importante tema, ovvero l’impatto della pandemia sulla salute fisica e psicologica di soggetti fragili come i bambini, gli adolescenti e gli anziani. Sono questi dei target ai quali Fondazione Cesvi, in emergenza e post emergenza, ha indirizzato degli interventi quotidiani mirati, diventati un vero “osservatorio privilegiato” di questi fenomeni ancora poco tracciati. L’anno e oltre di pandemia ha creato un vero «trauma collettivo da Covid-19» un reale impatto sulla salute fisica e mentale collettiva e a pagarne il prezzo più alto sono stati i più vulnerabili. Migliaia di bambini con fragilità preesistenti, a causa di un maggiore componente stressogena all’’interno del proprio nucleo famigliare durante i lockdown sono stati esposti a maggiore rischio di maltrattamento mentre gli anziani, isolati per periodi prolungati, lontani dai propri affetti e dalla normalità che erano abituati a vivere, rischiano ancora oggi un maggior decadimento cognitivo accompagnato dall’insorgenza di ansia e depressione”.
Il supporto psicologico ai malati di Covid e ai soggetti maggiormente colpiti dalla pandemia è una delle priorità delle Linee Guida del Fondo di beneficenza di Intesa Sanpaolo per il biennio 2021-2022, come risposta a uno dei molteplici rischi legati alla pandemia Covid-19 segnalato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La cosiddetta pandemic fatigue, ovvero un insieme di demotivazione e fatica nel seguire i comportamenti protettivi indispensabili per fronteggiare l’emergenza sanitaria, tende a emergere negli individui di fronte a eventi avversi, con caratteristiche di lunga durata, tali da considerare la salute mentale un problema urgente e di dimensione significativa da affrontare tanto quanto la necessità di contenere il virus.
In questo ambito rientrato a titolo di esempio progetti a favore di operatori sanitari, malati di Covid-19, familiari delle vittime, anziani, caregiver, bambini, adolescenti e giovani con disturbi psichici. Le Linee Guida del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo che ne indirizzano l’attività nei prossimi due anni 2021-2022, indicano tra le tematiche prioritarie di intervento il supporto psicologico a soggetti colpiti dalla pandemia.
Nel 2021 saranno 16 milioni di euro le risorse che il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo potrà erogare per offrire sostegno alle persone più fragili attraverso i progetti realizzati da enti non profit impegnati a dare una risposta ai problemi del Paese causati dalla crisi sanitaria, economica e sociale.
I progetti vengono individuati attraverso un processo di selezione che tiene conto del loro impatto sociale e del track record dell’ente.