MILANO – Nel trattamento dell’ipercolesterolemia un ruolo molto importante viene svolto dallo stile di vita con e da una corretta alimentazione, nonché dal ricorso a diverse classi di farmaci. Fondamentale nella cura è però l’attività di screening, decisiva per la diagnosi precoce della malattia.
Il Covid-19 ha interrotto drasticamente le cure ambulatoriali e i percorsi diagnostico-terapeutici di molte patologie, tra cui quelle cardiovascolari. Passare ad una medicina di prossimità e ripensare l’organizzazione dell’assistenza territoriale sono imperativi dai quali il sistema non può più prescindere.
In relazione alla missione 6 del PNRR si rende necessario ragionare sul ruolo del SSN e delle regioni nelle attività di prevenzione, diagnostica e riabilitazione territoriale, nonché tutta l’offerta di assistenza domiciliare, puntando sulle tecnologie digitali, sul lavoro in equipe multidisciplinari e multiprofessionali, su organizzazioni capaci di uscire dalla delimitazione funzionale di una struttura fisica.
Di tutto ciò e di altro si è parlato ieri all’evento realizzato da Edra e da Centro Studi Americani, dal titolo “Ipercolesterolemia e Malattie Cardiovascolari: Innovazione, ricerca e digitalizzazione nella gestione delle cronicità. La missione 6 del PNRR e la sua applicabilità in ambito cardiometabolico”.
Cristina Tamburini, Dirigente del Segretariato Generale del Ministero della Salute, ha esordito affermando che: “Quando si parla di patologie croniche è necessario orientare la gestione dei servizi verso modelli assistenziali che abbiano alla base i principi della sanità di iniziativa. Con questo termine intendiamo riferirci ad un modello di offerta che va incontro al paziente dispiegando una serie di azioni di promozione della salute e di prevenzione”.
Francesco Saverio Mennini, Presidente SIHTA, ha sottolineato l’impatto economico che l’ipercolesterolemia ha sul SSN: “Le malattie cardiovascolari determinano un peso economico, per il SSN e per la società, molto elevato, pari a circa 21 Miliardi di Euro. Di questi ben 16 Miliardi sono costi diretti sanitari (l’80% dovuto a ospedalizzazioni) e circa 5 Miliardi sono costi indiretti e sociali (1 Miliardo a carico del sistema previdenziale).
Parlando della gestione dei pazienti cronici, Antonietta Cavallo, Dirigente MEF, ha spiegato: “La fase pandemica ha fatto emergere che pur avendo delle eccellenze in alcune regioni, abbiamo grandi mancanze organizzative in altre. In questo senso il PNRR è un insieme di investimenti in grado di accompagnare le riforme e la parte innovativa con una cospicua disponibilità di investimenti”.
In tema di processi di valutazione delle terapie e strategie farmaceutiche, Pierluigi Russo, Direttore Ufficio Valutazioni Economiche e Ufficio Registri di Monitoraggio, ha affermato che: “Le decisioni in sanità sono spesso complesse e gravate da incertezza, per questo è fondamentale prenderle sulla base dei dati. La digitalizzazione dei processi pertanto diventa prioritaria non solo nella gestione di patologie croniche, come l’ipercolesterolemia e le malattie cardiovascolari, ma a maggior ragione in condizioni di emergenza come quella da Covid-19″.
Dall’incontro è anche emersa la necessità di un sistema sanitario sempre più digitalizzato ed integrato. Giorgio Casati, Direttore Generale ASL Roma 2, ha infatti concluso sostenendo come la digitalizzazione debba diffondersi tra tutte le aziende sanitarie. Afferma che: “Sul piano organizzativo il sistema sanitario ha dato una risposta esemplare ridisegnando l’intero sistema quando il Covid-19 ha imposto questa necessità. La digitalizzazione si pone al centro di questo nuovo modello rendendo possibile e necessaria la giusta interconnessione tra i molteplici elementi che costituiscono il sistema”.
L’evento ha visto la partecipazione anche di Massimo Mancone, Componente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Cardiologia e Luigi Palmieri, Direttore Dipartimento Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento, Istituto Superiore di Sanità (ISS), che hanno sottolineato l’importanza di una gestione del paziente ipercolesterolemico, con appropriati percorsi di cura.