(PRIMAPRESS) – LONDRA – E’ innegabile che il caso Brexit stia provocando alla Gran Bretagna, uno dei problemi più grossi degli ultimi vent’anni. “Preferisco morire in un fosso che andare a chiedere a Bruxelles un’altra proroga e buttare via un miliardo di sterline al mese”. aveva detto il primo ministro Boris Johnson. Per lui la soluzione è l’uscita dalla Ue il 31 ottobre. Costi quel che costi, persino la rottura con il fratello Jo Johnson, fratello del premier britannico Boris che si è dimesso dal suo ruolo di parlamentare e sottosegretario proprio perché in rotta di collisione ideologica con il familiare.La replica del testardo Boris è: ”Se le persone veramente pensano che dobbiamo rimanere nella Ue oltre il 31 ottobre, allora dovrà deciderlo il popolo”.Lunedì 9 settembre, ci sarà un nuovo tentativo in cui il governo Tory di Boris Johnson torna alla carica sulle elezioni anticipate, annunciando un nuovo voto alla Camera dei comuni per la convocazione delle urne, dopo il mancato quorum su una prima mozione in favore del voto politico il 15 ottobre. Lunedì, però, c’è il rischio per il premier che si trasformerà in legge legge la proposta avanzata dal laburista Hilary Benn per evitare una Brexit senza accordo il 31 ottobre. – (PRIMAPRESS)