ROMA – Già nelle prime 24 ore dal rilascio, dallo scorso 1° giugno, è stata scaricata da oltre 500mila utenti, l’app “Immuni”, l’innovativo supporto tecnologico che si affianca alle iniziative messe in campo dal Governo per limitare la diffusione del virus Covid-19. A cominciare invece da lunedì 8 giugno saranno quattro regioni a sperimentarne la funzionalità: Liguria, Puglia, Marche e Abruzzo, mentre per il resto d’Italia bisognerà aspettare venerdì 12 giugno.
Tutti gli italiani possono scaricare l’app Immuni, gratuitamente e su base volontaria, dall’App Store (per chi ha iPhone) o dal Play Store (per chi usa Android). Gli sviluppatori stanno lavorando per permettere di scaricare Immuni anche da App Gallery al più presto e questo consentirà ai possessori di alcuni modelli di smartphone Huawei di usare Immuni. Ad oggi infatti non tutti i dispositivi sono supportati per l’utilizzo dell’applicazione.
Intanto è necessario avere i sistemi operativi aggiornati prima di effettuare il download di Immuni. Per quanto riguarda l’iPhone l’app ha bisogno della versione del sistema operativo iOS 13.5 o superiore. I modelli di iPhone che supportano iOS 13.5 sono i seguenti: 11, 11 Pro, 11 Pro Max, Xr, Xs, Xs Max, X, SE (2nd generation), 8, 8 Plus, 7, 7 Plus, 6s, 6s Plus, SE (1st generation). Per i dispositivi Android, almeno la versione 6 e Google Play Service nella versione 20.18.13. Non serve effettuare alcuna registrazione, dopo aver scaricato l’app basta inserire la Regione e la Provincia di domicilio. Immuni utilizza la tecnologia Bluetooth, grazie alla quale comunica con i cellulari delle persone a cui stiamo vicini. Ogni cellulare ha un codice, il nostro cellulare salverà i codici di tutte le persone che ci sono state vicine, senza sapere di chi si tratta. Tramite il Bluetooth, l’app registra autonomamente gli incontri e non la posizione (su Android viene chiesto di attivare il Gps, ma l’app non accede ai dati di posizione). Se un utente registrato scopre di essere positivo comunicherà alle autorità sanitarie il suo codice, generato dall’app, e sarà inviata una notifica di allerta su tutti i telefoni degli utenti che, anche inconsapevolmente, sono venuti a contatto con il contagiato nei 14 giorni precedenti, con una distanza inferiore ai 2 metri e una durata di almeno 15 minuti. L’app non raccoglie alcun dato (come nome, cognome, numero di telefono o data di nascita) che consentirebbe di risalire alla nostra identità. Pertanto, l’app riesce a determinare se un contatto fra due persone è avvenuto, ma non chi siano effettivamente i due utenti o dove il contatto sia avvenuto. Per usare l’app in modo corretto occorre porta sempre con se lo smartphone quando si esce da casa, non disabilitare il Bluetooth, salvo quando si sta dormendo, e non disinstallare l’app.
Il progetto “Immuni” nasce dalla collaborazione tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro della Salute, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Regioni, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e le società pubbliche Sogei e PagoPa. In particolare il Governo ha lanciato una “fast call for contribution” il 23 marzo a seguito della quale sono arrivate 319 proposte di app. Alla fine viene selezionata Immuni di Bending Spoons S.p.A. che è un’azienda fondata nel 2013 a Copenaghen, attualmente con sede a Milano.
L’ app presenta anche, una sorta di diario, nel quale a ciascun utente verranno chieste alcune informazioni rilevanti riguardanti la propria salute e che dovrebbe essere aggiornato tutti i giorni con eventuali sintomi, ma questa funzione non è ancora disponibile.
Inizialmente l’approccio adottato dagli sviluppatori dell’app, in relazione al trattamento dei dati personali, era di tipo centralizzato ovvero le informazioni sugli utenti vengono conservate su un server esterno; questo, però, ha generato una forte polemica in relazione alla tutela della privacy, tanto che ,gli ideatori dell’app, sono ritornati sui propri passi e si sono adeguati al metodo decentralizzato, il quale prevede invece che, le informazioni degli utenti, saranno registrate solo sui propri dispositivi. Nelle ultime ore nell’app è stata aggiornata la sezione dedicata alle Faq in cui si spiega che «senza uno smartphone compatibile, purtroppo non si può scaricare e usare l’app». Nella pagina di domande e risposte viene confermata anche la temporanea incompatibilità con gli smartphone Huawei e Honor. «Immuni usa la tecnologia per le notifiche di esposizione messa a disposizione da Apple e Google. Questa tecnologia determina i requisiti di sistema per scaricare e usare Immuni, e non è compatibile con versioni precedenti di iOS, Android e Google Play Services», si legge. «Sfortunatamente, al momento non possiamo superare queste limitazioni. Comunicheremo prontamente eventuali novità in questo senso».
Alessandra Cristofaro