NAPOLI – La stampante 3D rivoluzionerà il mondo degli arti artificiali. I ricercatori, infatti, stanno lavorando affinchè, tramite questa tecnologia, le persone che hanno perso un arto potranno facilmente ottenere una protesi in poco tempo e soprattutto abbattendo del tutto i costi.
In genere, per avere una protesi, passano settimane ed anche mesi, poiché devono essere realizzate su misura e questo richiede una particolare difficoltà nella lavorazione. Infatti, oltre a richiedere un lasso di tempo elevato, hanno un costo notevole non accessibile a tutta la popolazione.
L’innovazione tecnologica, con l’approccio della stampante 3D in questo settore, stravolgerà completamente questo tipo di concezione. Sarà, infatti, possibile avere protesi economicamente alla portata di tutti e ognuno potrà progettare e stampare la propria.
La tecnologia e le modalità che vengono utilizzate sono le seguenti: la mano sana del soggetto amputato viene scansionata, adattata utilizzando un software CAD e convertita direttamente in un file STL pronto per la stampa. Dopodichè un braccio meccanico della stampante viene immerso in una vasca poco profonda riempita con uno speciale gel giallo e traslucido, e tira fuori una mano a grandezza naturale. La protesi prodotta può quindi essere facilmente assemblata con l’arto amputato, con capacità avanzate di presa degli oggetti, che forniscono alle persone una migliore qualità della vita.
Gli sviluppi provenienti dal mondo dell’innovazione porteranno anche ad introdurre nuove abilità, sensori e algoritmi sofisticati con l’obiettivo di rendere sempre più naturali i movimenti.
Inoltre, oltre a simulare i movimenti della parte del corpo interessata, sia essa una mano, una gamba o un ginocchio, le protesi del futuro riusciranno a ricreare anche la sensazione, per chi la usa, di toccare e sentire.
La ricerca infatti sta già lavorando per creare una pelle sintetica e intelligente che simuli il tatto della pelle umana, rendendo possibile sentire la pressione, la temperatura e anche l’umidità. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Glasgow, nel Regno Unito, ha creato una versione che sfrutterebbe i raggi del sole per alimentare quei sensori che consentono alla pelle elettronica di imitare quella umana. I tecnici hanno sovrapposto uno strato di cellule fotovoltaiche elettrogene al dorso di una mano protesica sulla quale sono stati aggiunti dei sensori. Questi sensori sono stati realizzati in grafene, un materiale flessibile più forte dell’acciaio, elettricamente conduttivo e trasparente. Il team ha poi incaricato la mano di eseguire esercizi quali afferrare oggetti morbidi, operazione che è riuscita con successo.
Tra le realizzazioni più innovative in tema di protesi dotate di senso del tatto c’è quella creata per Almerina Mascarello che oggi è la prima donna con una mano bionica che dispone della sensazione del tatto. L’intervento è stato eseguito al Policlinico Gemelli su tecnologia dell’Università di Pisa.