(PRIMAPRESS) – (MILANO) – MattO in radio da domani 15 novembre il nuovo singolo “Next In Line”. Il brano racconta la storia e il destino di un giovane membro di un gang, che sa troppo e quindi sarà il prossimo ad essere cercato dalla gang rivale, quindi costretto a fuggire e a lasciare il paese per raggiungere un posto sicuro lontano da casa sua. E’ fiducioso di trovare una vita migliore andandosene, ma consapevole che essendo solo non sa a chi potrà appoggiarsi e chiedere aiuto in caso di bisogno. In poche parole questa è la storia di tanta gente che lascia la propria patria – per qualsiasi motivo – in cerca di un futuro migliore.
Registrato negli studi Lakehouse Music a Asbury Park, nel New Jersey, luogo noto per essere il centro della musica e meta di artisti del calibro di Bruce Springsteen, Bon Jovi, South Side Johnny e Stevie van Zandt, scritto da MattO che lo ha suonato con Sally Boyd, Winston Roye, Mark Masefield, PK Lavengood, Matt O’Ree. Produzione esecutiva di Jon Leidersdorff.Cosa racconta il brano “Next In Line”?
«La canzone racconta la storia e il destino di un giovane membro di un gang, che sa troppo e quindi sarà il prossimo ad essere cercato dalla gang rivale, quindi costretto a fuggire e a lasciare il paese per raggiungere un posto sicuro lontano da casa sua. E’ fiducioso di trovare una vita migliore andandosene, ma consapevole che essendo solo non sa a chi potrà appoggiarsi e chiedere aiuto in caso di bisogno. In poche parole questa è la storia di tanta gente che lascia la propria patria – per qualsiasi motivo – in cerca di un futuro migliore.».Il nuovo singolo “Next In Line” fa parte del disco “The Future of Your Past” un lavoro discografico dal sound internazionale ispirato verso nuove sonorità. Come è nato questo disco?
«Avevo due obiettivi: in quanto riguarda le parole delle canzoni, volevo comunicare le mie esperienze, riflessioni ed osservazioni sulla vita e sul mondo. Nel confronto del mio primo album tentavo di essere più uomo del mondo, più politico e meno personale nelle mie teme. Musicalmente, l’idea era di creare un album con un feeling molto live, spontaneo e con una qualità di rock ruvido.».Dopo aver ottenuto una fama internazionale come autore di diversi brani, hai deciso di intraprendere la carriera di cantautore. Come mai questa scelta?
«All’ inizio della decisione c’era la constatazione che ormai è diventato difficilissimo di guadagnare soldi con la musica, sopratutto colla musica registrata. Quindi, in fondo, volevo smettere del tutto di fare e produrre musica per scopi commerciali. Ma poi ho realizzato che mi mancava e mi mancavano anzi tutto le emozioni forti quando scrivi una canzone e poi la arrangi. Così e nato l’idea di lavorare quanto cantautore con uno scopo artistico più che commerciale.».Il disco è stato registrato negli studi Lakehouse Music a Asbury Park, nel New Jersey, meta di grandi artisti. Ti è mai capitato di incontrare Bruce Springsteen o Bon Jovi?
«Infatti, quando registravo il mio primo album a Lakehouse Studios, Jon Bonjovi era in sala di prova allo stesso studio per preparare il suo tour nuovo. Quindi ci siamo incontrati un paio di volte. Non mi e mai capitato di incontrare Bruce Springsteen anche se lui è spesso in giro ai bar e ristoranti ad Asbury Park. Forse quando registro il mio prossimo album l’anno prossimo….?».Quali sono i ringraziamenti più sentiti che vuoi fare per questo album?
«Il più grande grazie per questo album va certo ai musicisti e fonici che hanno collaborato con me sull’album. Abbiamo registrato tutto l’album in solo 5 giorni: lunedì mattina alle 10:00 li ho fatto ascoltare gli 11 brani per la prima volta e poi abbiamo arrangiato e registrato i brani quasi live fino a venerdì sera. Penso che il risultato è un album rock vivace, spontaneo e molto orecchiabile, volutamente Con un suono non perfetto.». – (PRIMAPRESS)