MILANO – Quanto è diffusa la propensione all’innovazione nelle imprese italiane? Come si posizionano rispetto ai grandi player internazionali? In che modo le nostre aziende si stanno avvicinando al mondo delle startup, attraverso attività di Open Innovation? Quali sono le strategie di Open Innovation più diffuse?
Su questi temi, Smau e Mind the Bridge stanno confrontandosi in questi giorni con le imprese italiane di ogni settore e dimensione attraverso l’”Open Innovation Readiness Survey”, tool proprietario di Mind the Bridge. I risultati di questa analisi andranno a comporre l’Italy Open Innovation Outlook 2020, che sarà presentato in anteprima assoluta durante la prossima edizione di Smau in programma a Milano, Fieramilanocity, dal 22 al 24 ottobre. A questo tema sarà dedicato l’evento di apertura della 56ma edizione in programma la mattina del 22 ottobre che vedrà in scena il Chairman di Mind the Bridge e Coordinatore di Startup Europe Partnership (SEP) Alberto Onetti.
Da tempo Smau, attraverso il suo Roadshow in Italia e oltre confine (con le tappe a Londra e Berlino), ha infatti attivato un osservatorio sul mondo delle imprese e sui loro progetti di innovazione offrendo, all’interno di ciascun evento, un palcoscenico su cui condividere queste esperienze, da cui imprenditori e manager possono trarre ispirazione per portare in azienda nuove idee e proposte di cambiamento. Per la prima volta in Italia la dinamica dell’Open Innovation sarà affrontata con una visione internazionale, presentando dati e metriche che permetteranno di analizzare il trend a livello nazionale con un benchmark globale.
“A Smau presenteremo i risultati di questa survey al mondo delle imprese per far capire come l’Open Innovation abbia una molteplicità di declinazioni e, in virtù di questo, possa rappresentare il giusto approccio per chiunque voglia fare innovazione nella propria azienda, non solo all’interno di grandi corporate ma anche di realtà di piccole dimensioni che possono trovare nelle startup un alleato per sviluppare rapidamente nuovi progetti da presentare al mercato” afferma Pierantonio Macola, Presidente di Smau. “Abbiamo trovato in Mind the Bridge il partner ideale attraverso cui portare avanti la nostra iniziativa di sensibilizzazione delle imprese: la loro esperienza di lavoro con aziende leader a livello internazionale ci dice infatti che chi fa innovazione cresce due volte più velocemente di chi non la fa e che non è necessario arrivare all’acquisizione di una startup per fare Open Innovation ma ci sono tantissimi livelli intermedi di collaborazione, il cui risultato è ugualmente significativo per entrambe”.
A queste parole fanno eco quelle di Alberto Onetti, Chairman di Mind the Bridge e Coordinatore SEP: “Open innovation significa riconoscere che l’innovazione oggi non più essere gestita solo internamente attraverso le attività di ricerca e sviluppo ma deve, di necessità, svolgersi in collaborazione con società innovative terze che sono tipicamente le startup. È un modo nuovo di lavorare che richiede di attivare un percorso strategico e organizzativo nonché una trasformazione culturale che richiedono tempi non brevi. Alcune grandi aziende hanno avviato da qualche anno questo percorso e altre stanno partendo ora ma la maggior parte delle aziende deve ancora iniziare. L’obiettivo della ricerca che abbiamo avviato insieme a Smau sul sistema Italia non è tanto dare giudizi su cosa sia stato fatto o stiano facendo le nostre imprese, quanto fornire loro un framework con cui iniziare a ragionare per sviluppare una strategia e un piano di open innovation. A tutte le aziende che parteciperanno alla analisi forniremo delle indicazioni personalizzate su dove e come muovere i primi passi o su come accelerare e meglio orientare le azioni già in atto. Imparare da chi è più avanti nel percorso può permettere di muoversi più rapidamente e con investimenti più bassi.”
Appuntamento quindi con Smau, il prossimo 22 ottobre, a Fieramilanocity.