“Velocità” e “agilità” sono forse le due parole d’ordine della nuova ondata del Low Code. A queste dobbiamo aggiungere almeno altri tre concetti centrali nello sviluppo di questo modello di programmazione nei prossimi anni: “democratizzazione”, “ritorno” dell’investimento e “integrazione” attraverso partner specializzati e con una logica end-to-end.
Il Low Code è arrivato per rivoluzionare la progettazione e l’integrazione del software nelle nostre aziende e istituzioni. Secondo Gartner, nel 2021, il business del LCAP – Low Code Application Platform è cresciuto del 23%, raggiungendo un fatturato di 11,3 miliardi di dollari, che arriverà a 24 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Così, entro il 2024, le piattaforme di sviluppo low-code saranno responsabili di oltre il 65% dell’attività di sviluppo di applicazioni e tre quarti delle grandi imprese utilizzeranno almeno quattro strumenti di sviluppo low-code sia per lo sviluppo di applicazioni ICT che per iniziative di “citizen developer”.
Questo concetto di “utente sviluppatore” allude alla democratizzazione della programmazione che il Low Code porta con sé. Il nuovo modello, infatti, permette alla programmazione di andare oltre i confini dei dipartimenti IT e di entrare pienamente in aree come le vendite, il marketing, la strategia e le operazioni. Con il Low Code, attraverso un’interfaccia visuale e operazioni di drag and drop, qualsiasi utente è in grado di creare una soluzione in pochi istanti, lasciando la traduzione del codice dell’applicazione agli algoritmi di intelligenza artificiale.
I vantaggi del nuovo modello sono evidenti, soprattutto in termini di velocità di sviluppo e, quindi, di riduzione del time to market. Secondo i nostri dati e la nostra esperienza nell’implementazione del Low Code, è possibile ridurre i tempi di progettazione e sviluppo delle soluzioni cloud del 48% rispetto ai metodi tradizionali di scrittura del codice, limitando anche i costi di manutenzione delle applicazioni.
Ma i vantaggi vanno oltre l’ottimizzazione dei costi: lo sviluppo del Low Code direttamente dalle funzioni aziendali interessate può portare miglioramenti significativi in aree come: la standardizzazione delle procedure e la riduzione della numerosità dei processi; l’onboarding digitale, dei clienti e dei dipendenti, minimizzando la curva di apprendimento e accelerando il processo decisionale; o il monitoraggio degli errori, migliorando il controllo della qualità; senza dimenticare le aree più strettamente legate alla user experience, sempre più centrale nelle strategie di aziende e istituzioni.
Tutto questo si traduce, nella nostra esperienza, in ritorni sugli investimenti fino al 502%, con ammortamenti inferiori a un anno.
Raggiungere questi livelli di ROI mantenendo la robustezza dei sistemi e la coerenza delle mappe applicative richiede, soprattutto, partner specializzati nell’integrazione delle principali piattaforme presenti sul mercato: player in grado di progettare e realizzare soluzioni end-to-end con focus particolare nelle quattro aree di specializzazione che, a nostro avviso, saranno la forza trainante delle piattaforme Low Code nei prossimi anni: la User Experience, mobilità e applicazioni multi-device e di back office; la robotizzazione e iper-automazione dei processi interni e di business (BPA – Business Process Automation); lo sviluppo di Agenti Virtuali, basati sulla linguistica computazionale e i bot di assistenza all’utente; e la Data Governance.
L’applicazione delle principali piattaforme Low Code per alcune di queste aree ha permesso, per esempio, a un’azienda leader nel settore dell’energia di centralizzare il proprio customer care per più di 9.000 clienti in tempo record, riducendo di oltre il 75% il tempo medio di gestione ed elaborazione delle richieste crescenti, con un saving complessivo di oltre 6500 ore. Una grande banca, sempre attraverso il Low Code, ha automatizzato oltre 50 processi core di prevenzione del riciclaggio utilizzato da oltre 3000 utenti di back office, ottenendo un aumento del 70% nell’identificazione e risoluzione dei reclami.
Queste storie di successo sono destinate a moltiplicarsi nei prossimi anni, con la velocità e l’agilità – ma anche la democratizzazione, l’integrazione e il ritorno sugli investimenti – come nuove parole d’ordine.
Giammaria Ripoli*
*Head of Digital Operations Italy, Minsait