(PRIMAPRESS) – MILANO – Da venerdì 25 ottobre è disponibile sulle piattaforme digitali e in radio “LUCE” (IRMA Records/Self Distribuzione), il nuovo singolo della band APOLLO BEAT, estratto dall’album “SFERA”, disponibile sugli store dal 18 ottobre per IRMA Records. “Luce” è una canzone di speranza, una richiesta di aiuto che viene esaudita. L’assenza della luce, reale o figurata che sia, è motivo di isolamento, sofferenza e insicurezza. All’invocazione disperata del cantato iniziale, segue un’apertura sonora, nella seconda parte strumentale, quasi come fosse una liberazione. Il videoclip (in anteprima su PRIMAPRESS.IT) che accompagna il brano è stato realizzato con la collaborazione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Sassari. È il racconto di un incontro fra due mondi, è il reportage di ciò che è accaduto in uno studio, con una canzone, Luce, a fare da colonna sonora. La disabilità, fra le mille sfide quotidiane, ci mostra una forza interiore senza precedenti, capace di toccare corde profondissime e di donare una luce e una speranza anche a chi, pur reputandosi “normale”, è sprofondato in un momento di oscurità.Come nasce il progetto Apollo Beat e come mai avete scelto un nome così curioso ? “Luce” è il titolo del vostro nuovo singolo, sotto quale spinta è nato?Gli Apollo Beat nascono nel 2012 a Sassari (Sardegna), e lo fanno dedicandosi principalmente alla musica strumentale. Un progetto nato proprio con una forte connotazione “vintage” legata alla musica da sonorizzazione degli anni Settanta: periodo in cui, il fermento del settore radiotelevisivo, ha permesso l’espressione di geni assoluti della composizione musicale. Penso a Piero Umiliani, Piciconi, Puccio Roelens o il sempreverde Ennio Morricone.Per i primi anni abbiamo “sguazzato” in queste acque, trovando una dimensione piena di curiosità e, – perchè no? – anche novità da scoprire: il nome stesso “Apollo Beat” è il titolo di una composizione psichedelica e a tratti inascoltabile dell’oscuro maestro Mario Migliardi. Col tempo, il progetto si è evoluto abbracciando, emancipandosi dalla sola suggestione sonora e abbracciando anche la forma “canzone”, da quale il nostro singolo “Luce” è il primo esempio. In questo senso Sfera è per noi un nuovo punto di partenza; il segno tangibile dell’evoluzione di un progetto artistico.Il video è frutto della collaborazione con l'”Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti. Che esperienza è stata?E’ stata un’esperienza fortissima. L’idea di parlare della luce attraverso gli occhi di un non vedente sà tanto di provocazione: e forse in principio così doveva essere.La verità, è che crediamo fortemente nelle collaborazioni artistiche e, una volta presa la decisione di rivolgerci a quel mondo, siamo andati a bussare la porta della sede dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della nostra città per chiedergli quale fosse il loro “concetto” legato alla luce: da quel momento, anche grazie alla loro reazione, qualcosa è cambiato. In un certo senso la canzone stessa ha assunto un nuovo significato.
Sono stati proprio loro, nei tanti momenti di confronto; prima, durante e dopo le riprese, a mostrarci un mondo di luce attraverso la forza interiore che può scaturire da chi subisce una disabilità così forte.Il videoclip non è altro che il racconto di un incontro: un brano di speranza che non vuole cadere nella retorica, ma vuole dimostrare in maniera artistica, quanto il confronto fra persone, possa portare benefici a tutti. Abbiamo proiettato in anteprima questo videoclip, in una sala completamente buia in cui i non vedenti hanno accompagnato, mano nella mano, gli spettatori. I vedenti si sono lasciati guidare nell’oscurità e si è stabilita subito un’empatia, ribaltando ciò che accade normalmente.Se questo video, nel nostro piccolo, può servire a creare una piccola breccia in questo muro, ben venga: ci potremmo ritenere soddisfatti.”Luce” è estratto da “Sfera”, il vostro nuovo album. C’è un filo conduttore che unisce tutti i brani del disco?Sfera è uscito il 18 Ottobre per l’etichetta bolognese IRMA Records.E’ uscito, oltre che in digitale, anche in vinile: e non a caso. Abbiamo voluto confezionare qualcosa che avesse senso principalmente solo se ascoltata nel suo insieme. A livello musicale, Sfera è un viaggio sonoro, con suggestioni legate allo Spazio, alla Terra, alla natura e alla nostra isola, la Sardegna. C’è molta ricerca, ma c’è anche tanto divertimento, sia nella composizione che nella “produzione” dei brani. Il senso di tutto il disco è molto personale e le chiavi per decifrarlo sono presenti guarda caso all’interno della copia “fisica”!In un periodo in cui la produzione musicale è concentrata prevalentemente sul confezionamento di singoli, aver focalizzato le nostre energie su un disco “alla vecchia maniera” ci rende orgogliosi e curiosi. Chissà che un discorso del genere non possa venire apprezzato proprio dalle nuove generazioni. Forse in questo senso la nostra idea è veramente “vintage”.Prossimi progetti?In questo periodo siamo impegnati su più fronti.Il primissimo sarà il 9 Novembre, quando presenteremo Sfera alla nostra città, Sassari, in un teatro importante: il Verdi. Abbiamo realizzato uno spettacolo originale, che contempla una forte componente audiovisiva e scenografica e che non vediamo l’ora di portare in giro.Stiamo lavorando anche a un tour di presentazione nazionale e un documentario, che indaga sulle suggestioni presenti all’interno del disco e che verrà presentato nel 2020. Su questo non vi possiamo anticipare troppo :)Nel frattempo ci godiamo anche questo disco che, pian pianino, inizia a farsi sentire. – (PRIMAPRESS)