MILANO – Il mondo post Coronavirus ci ha improvvisamente cambiato gli orizzonti. E anche il mondo della moda sta lavorando per competere in uno scenario trasformato e rispondere a nuove esigenze. In questo contesto l’attenzione alla sostenibilità è finalmente diventata una condizione imprescindibile e Out of Fashion, il primo corso sulla moda sostenibile, inaugurato da Connecting Cultures nel 2014, annuncia quest’anno una nuova edizione con contenuti rinnovati e una partnership con un prestigioso ente di formazione come POLI.Design. Il corso, realizzato in collaborazione con CNA, Fondazione Gianfranco Ferré e il sostegno del Consolato Generale dei Paesi Bassi, avrà inizio il 18 settembre 2020 e si concluderà a febbraio 2021.
Cosa intendiamo per moda sostenibile? Se la sostenibilità per essere tale deve diventare sistemica, da ricercare più nei processi che negli oggetti, come fare per capire appieno la grammatica sottostante gli oggetti che creiamo, la loro relazione con un contesto che non è mai statico ma dinamico, che si muove insieme a noi?
L’intento di Out of Fashion è di formare figure professionali capaci di rispondere a queste domande in un settore come quello della moda (settore tessile, abbigliamento e accessori), tra i più esposti alla trasformazione in atto nell’economia globale del pianeta.
L’emergenza Coronavirus ha evidenziato quanto i meccanismi che finora hanno retto il sistema moda – l’aumento vertiginoso dei volumi che corrisponde a una riduzione dei profitti; i tempi sempre più ridotti della produzione che rincorrono la fast fashion; gli enormi surplus di materiali che finiscono nelle discariche – siano incompatibili con lo scenario di un mondo profondamente cambiato, che necessita di un pensiero critico crescente, che dia forza a ricerche innovative sul piano scientifico e tecnologico e a comportamenti più consapevoli da parte dei consumatori.
Il cambiamento è già in atto e richiede attenzione, nuova conoscenza e responsabilità per le risorse non rinnovabili del nostro pianeta. Da questo contesto nasce Out of Fashion, un prodotto formativo che propone una visione a 360 gradi sul tema della sostenibilità nel settore tessile, abbigliamento e accessori, affrontata in tutti i suoi molteplici aspetti: nuovi modelli di business, fibre, materiali organici, sintetici e sostenibilità ambientale, innovazioni tecnologiche, tracciabilità della filiera, responsabilità d’impresa e diritti dei lavoratori, comunicazione e relazione con il consumatore, case histories di successo.
L’obiettivo di Out of Fashion è la formazione di figure chiave intenzionate a portare nei loro ambiti lavorativi la cultura della sostenibilità, elemento indispensabile per competere nei mercati del futuro. Per questo si rivolge a professionisti, quadri, imprenditori emergenti e giovani lavoratori nei settori della moda, del tessile, degli accessori e del retail provenienti da aree funzionali relative a sviluppo del prodotto, design, fashion design, progettazione tecnica, pubbliche relazioni e comunicazione, marketing. Il corso è aperto anche a studenti e neo laureati fortemente motivati all’approfondimento delle tematiche della sostenibilità nel loro curriculum studi. Al termine del corso, i partecipanti acquisiranno la conoscenza di processi di produzione più efficienti, saranno in grado di orientarsi nel complesso contesto della sostenibilità e di proporre soluzioni attuabili avendo acquisito un know-how per iniziare questo vitale percorso.
Un processo affrontato con una faculty prestigiosa che conta nomi come Rita Airaghi, Direttore Fondazione Ferré, Paola Baronio, giornalista ed esperta di moda sostenibile, Dalia Benefatto, fashion product innovator, Mariagrazia Berardi, Special Project Cordinator CNA Milano, Mario Calderini, Ingegneria Gestionale, Politecnico di Milano, Chiara Colombi, Professore Associato, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano, Anna Detheridge, presidente Associazione Connecting Cultures, Janice Deul, fashion and cultural activist, Erminia D’Itria, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano, Isabella Goldmann, architetto e direttore Goldmann & Partners, Guido Guerzoni, Adjunct Professor Università “Luigi Bocconi”, Milano, Hakan Karaosman, Post-Doc Researcher, MIP, Politecnico di Milano, Deborah Lucchetti, Presidente Fair e portavoce Clean Clothes Campaign, Sara Sozzani Maino, Deputy Director Vogue Italia, Head of Vogue Talents, International Brand Ambassador Camera Nazionale della Moda Italiana, Michele Rocco, Head of CSR Monitoring & Development Intesa San Paolo, Zoe Romano, Co-Founder WeMake e Serpica Naro, Mauro Rossetti, Associazione Tessile e Salute, Marina Spadafora, Fashion Designer Coordinatrice Italia Fashion Revolution, Claudio Tonin, Ricercatore CNR Biella, Alice Twemlow, Research professor, Royal Academy of Art, The Hague (KABK), Federica Vacca, Professore Associato, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano, e Matteo Ward, CEO e co-founder WRAD.
Il corso è costituito da sei moduli di due giorni ciascuno che si terranno il venerdì e il sabato, per un totale di 72 ore. Molti gli argomenti trattati. Dalla cultura della sostenibilità e i relativi nuovi modelli di business alla sostenibilità come processo sistemico con un approfondimento su materiali e produzione. Si capirà come etica e trasparenza possono diventare un vantaggio competitivo grazie a filiere trasparenti, produzioni ecosostenibili e attività di CSR e di come siamo ormai di fronte a un design che interpreta il proprio ruolo contestualizzato nell’epoca del cambiamento climatico, della fast fashion e della collaborazione multidisciplinare. E poi ancora come far dialogare tradizione e innovazione, parole chiave nella cultura della moda sostenibile, valori che il made in Italy nella sua eccellenza, rappresenta da sempre. E infine si affronteranno la comunicazione e i nuovi linguaggi della moda sostenibile.