(PRIMAPRESS) – ROMA – Giornata finale oggi per stabilire i contorni della crisi politica e della fine del governo giallo-verde. Alle 15 di questo pomeriggio, il premier Giuseppe Conte terrà il suo discorso al Senato e poi salirà al Colle per aprire formalmente la crisi. Che cosa accadrà dopo? I partiti di maggioranza cercano di prepararsi alla fine dell’esperienza mentre le opposizioni devono fare i conti con le divisioni interne.Il tentativo di Matteo Salvini di ricucire lo strappo con il M5S mostrandosi disponibile al taglio dei parlamentari come atto propedeutico al ritorno alle urne, non è andato a buon fine. “Mai più intese con la Lega di Salvini” ripetono i grillini avendo bollato il leader leghista come inaffidabile.Le ipotesi di una nuova maggioranza con il Partito democratico sembra essere accantonata. Per il M5s rimane impensabile sedersi al tavolo con avversari storici come Matteo Renzi o Maria Elena Boschi: “E’ la bufala dell’estate che la Lega sta diffondendo dopo aver fatto cadere il governo”, è stata la smentita dei ministri M5s Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede. In realtà, dentro lo stesso Pd, c’è chi ha fatto il nome della Boschi come ministra e lo ha fatto per agitare le acque e rilanciare le spinte di chi invece vuole andare al voto. Una posizione che fa comodo al Carroccio, che tra le aperture rispedite al mittente dai 5 stelle e le urne sempre più lontane, sembra sempre più in difficoltà: “Perché nasca un governo Pd-5 stelle”, ha detto il capogruppo leghista Massimiliano Romeo, “serve il voto dei 40 senatori renziani al Senato. I grillini lo dicano chiaramente: accetterebbero quei voto si o no?”. Secondo il ministro per i Rapporti con il Parlamento però, il problema è un altro: “Chi vota contro il premier Giuseppe Conte lo fa per non tagliare i parlamentari”. – (PRIMAPRESS)