MILANO – “I dati ISTAT sulla produzione nelle costruzioni diffusi oggi evidenziano in settembre una sostanziale stabilizzazione dei livelli di attività rispetto ad agosto. Nel complesso del terzo trimestre, come avevamo preannunciato, l’attività però diminuisce del 2,2% rispetto al secondo.”
Lo dichiara Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta SOA (www.argentasoa.it), una delle principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche, nel commentare i dati comunicati oggi dall’ISTAT sulla produzione nelle costruzioni a settembre.
“Si ferma dunque– riprende Pelazzi – il contributo delle costruzioni alla crescita del PIL italiano. Era ampiamente prevedibile tenuto conto dell’avvicendarsi di revisioni sulle regole per garantire gli incentivi e dell’accresciuta incertezza che ha scoraggiato imprese e famiglie. Problemi che ancora oggi sono molto attuali, come evidenziano sia l’ANCE che Confindustria. Ne risente l’economia nazionale che perde uno dei punti di forza della ripresa post pandemica.”
Il comparto delle costruzioni, secondo i dati di contabilità nazionale, ha infatti trainato la ripresa del PIL italiano.
“L’accelerazione dell’attività delle costruzioni- continua Pelazzi- è partita dalla seconda metà del 2020, con l’allentamento delle restrizioni dopo la fase acuta della pandemia e grazie anche all’introduzione di misure pubbliche a sostegno all’attività nel comparto (a iniziare dal Superbonus). A spingere è stata soprattutto la domanda interna, privata e pubblica. Anche il PNRR ha dato e continuerà a dare un robusto sostegno alla dinamica dell’attività nel settore.
Tuttavia, l’incertezza, unita all’aumento dei costi delle materie prime e al difficile approvvigionamento di alcune di esse ha frenato la crescita del settore.”
Nel secondo trimestre di quest’anno, secondo le elaborazioni del Centro Studi di Argenta SOA, l’incremento dell’attività ha frenato al +0,3% sul primo 2022, quando era aumentata del 6,7%. Si tratta comunque di una tendenza positiva che va avanti da un anno e mezzo: è il sesto trimestre consecutivo di espansione, con una crescita cumulata del 24%. Il terzo trimestre, tuttavia, registra un arretramento della produzione nel settore: la variazione nel trimestre estivo è infatti pari al -2,2%: le difficoltà nella definizione delle regole, i ritardi e le lungaggini hanno prodotto uno stato di incertezza e di preoccupazione che ha intaccato sia gli imprenditori che le famiglie generando rinvii e disdette per i lavori di ristrutturazione.
“Questo contesto- dichiara Pelazzi- spiega anche la forte caduta delle aspettative degli imprenditori del settore con le prospettive in notevole peggioramento, anche alla luce del nuovo contesto economico interno ed internazionale.
Sono dati che comunque descrivono un settore che fino ad ora ha dimostrato di essere in salute. La buona dinamica nazionale, anche nel confronto internazionale, è risultata straordinaria: in Francia e Germania la produzione edile si trova ancora sotto i livelli pre-pandemia.
Ma non bisogna farsi prendere dall’entusiasmo: rispetto al precedente picco, raggiunto nel 2008 – all’alba della crisi finanziaria internazionale – i livelli attuali sono più bassi di circa il 25%, contro il 21% della Francia e solo il 3% della Germania.
Dunque, da una parte si è osservata una forte ripresa, sostenuta anche dagli incentivi introdotti negli anni scorsi, ma dall’altra parte si deve tenere in considerazione che la strada da percorrere è ancora lunga per recuperare il terreno perduto”.