MILANO – Digitalizzare gli spazi e i movimenti per garantire la sicurezza. In tempi di Coronavirus è la tecnologia che viene in soccorso alle esigenze di distanziamento sociale e sanificazione degli ambienti e degli oggetti. Partendo da un sistema progettato anche, ma non solo, per garantire l’uso corretto di caschetti e scarpe antinfortunistiche e diminuire l’incidenza degli infortuni sul luogo di lavoro, Universus ha sviluppato il nuovo modulo “VS Covid-19” per rispondere alle esigenze di ripartenza. «Rendendo gli oggetti intelligenti e interconnessi all’interno di un ambiente mappato digitalmente è possibile evidenziare quando vengono meno determinate regole», spiega Romano Giovannini che, insieme con Marco Magro è tra i principali artefici del sistema Universus. «La discriminante sono le regole che vengono introdotte: se poniamo come regola quella di non avvicinarsi ad un’altra persona al di sotto di una certa distanza oppure la necessità di sanificare una determinata postazione o uno strumento di lavoro usata da più utenti, otteniamo un sistema che permette di monitorare costantemente il rispetto delle norme di sicurezza. Ad ogni superamento dei limiti, il sistema invia un segnale di allerta: può essere un messaggio sullo smartphone, un segnale acustico oppure ancora una vibrazione ad un bracciale; le soluzioni possono essere diverse, ma il risultato non cambia: la persona viene informata in tempo reale che vi è un potenziale pericolo».
Le parole d’ordine nella fase 2 sono sicurezza, fiducia e velocità. Se la componente sicurezza è fondamentale per il contenimento del contagio, la fiducia arriva dalla necessità di relazione, la velocità è nei tempi di risposta in caso di “allarme”. «Universus risponde a tutti questi criteri e a molti altri», aggiunge Magro. «Possiamo rendere “intelligente” una mascherina o i guanti e informare quando vengono indossati e non; possiamo rendere smart una sedia posta in una sala d’aspetto e che, quindi, potrebbe essere usata da molte persone differenti oppure porre attenzione sia su un intero ambiente sia su un singolo oggetto, come ad esempio una stampante o una fotocopiatrice: ogni qualvolta viene utilizzata, Universus attiva la “quarantena dinamica” nello spazio attorno all’oggetto, impedendone l’utilizzo ad una persona diversa dalla precedente fino all’avvenuta sanificazione dell’oggetto stesso. Gli ambienti di lavoro, uffici e fabbriche, ma anche le strutture ricettive e sportive possono garantire così una maggiore sicurezza in un momento in cui tutti dobbiamo prestare la massima attenzione sui nostri movimenti e su con chi e cosa veniamo in contatto».
Nato come piattaforma per rendere più sicuri i luoghi di lavoro attraverso tecnologie professionali in real-time a precisione centimetrica ed algoritmi di analisi dati che prevengono potenziali situazioni di pericolo e supportano situazioni critiche di emergenza (ad esempio il flusso di persone verso i punti di raccolta in caso di evacuazione), il sistema Universus è facilmente installabile e può interagire con una serie di dispositivi: un bagde o un bracciale che, opportunamente tarati, sono in grado di fornire le informazioni e segnalazioni opportune. «La predisposizione del sistema è piuttosto rapida», spiega Giovannini. «Per dare un’idea, se si considera un’azienda che si estende su una superficie di circa 2.000 mq dove operano una quarantina di persone e vi sono circa 500 tra oggetti e strumenti di lavoro, la mappatura e la cablatura della struttura, nonché il set-up del sistema, richiedono un tempo di installazione che va dalle due alle tre settimane».
A fronte di un obiettivo chiaro di ripartenza, «oggi la sicurezza quindi diventa elemento imprescindibile. Proteggendo la salute interna e della supply-chain, ossia i contatti diretti con fornitori, clienti e manutentori in azienda, si consente all’economia la ripresa», conclude Magro. «La piattaforma Universus, che si integra “su misura” nei processi aziendali, è flessibile, scalabile e declinabile nel tempo a seconda delle future esigenze, e di rendere qualunque realtà aziendale non solo più sicura, ma anche più resiliente, sempre nel rispetto delle normative vigenti».