(PRIMAPRESS) – MADRID – Appare ancora tutto in salita il percorso della formazione del nuovo governo in Spagna. Pedro Sánchez, presidente del governo facente funzioni e leader del Partito socialista (Psoe), ha ricevuto mercoledì notte da re Felipe VI l’ennesimo incarico di formare un governo, dopo due giorni di consultazioni con i partiti. Si tratta della terza volta che Sánchez riceve l’incarico ma di fatto l’esponente dei socialisti non è riuscito ad intravedere come si possa costituire una maggioranza in Parlamento che possa resistere. Di controvoglia Sànchez avrebbe telefonato a Quim Torra, il presidente della Generalitat de Catalana a cui ha sempre rimproverato sin dal suo insediamento di governare solo per gli indipendentisti catalani e non per la Spagna. Una telefonato, quella di Sanchez che sarebbe già dovuta arrivare ad ottobre ma la distanza politica tra i due appare eccessiva. Fatto sta che dopo il contatto tra i due, il feedback arrivato dal quartier generale della Generalitat, non è stato dei migliori. La conversazione breve e didascalica è apparsa senza grandi aperture e quindi ininfluente per trovare posizioni di convergenza.Del resto anche la Generalitat non si è spostata dalla sue posizioni. La portavoce del governo catalano, Meritxell Budó, ha argomento che ogni contatto sarà possibile solo nel “rispetto istituzionale”, una relazione bilaterale tra i due governi e il “riconoscimento di soggetti politici”.”La questione non è stata risolta con una chiamata di Pedro Sánchez e una serie di chiamate ai presidenti delle 17 comunità autonome”, ha dichiarato Budó, che ha insistito nel sostenere che “il conflitto politico in Catalogna sia risolto dalla politica”.Per Torra, lo scenario è quello di stabilire un quadro bilaterale di relazioni per sollevare la sua pretesa di “diritto all’autodeterminazione” e ciò che la Generalitat chiama la “fine della repressione”, in riferimento ai processi giudiziari aperti.Il modo di affrontare questa bilateralità è quello di incentivare la negoziazione tra i socialisti e la sinistra repubblicana, ma non si è precisato come dovrebbe essere quel tavolo di negoziazione.Insomma non c’è ancora una luce in fondo al tunnel anche se Pedro Sanchez che ieri era arrivato a Bruxelles per l’Eurogruppo ha dovuto rispondere alle domande dei giornalisti affermando di star facendo tutti i passi necessari per trovare un accordo di maggioranza.
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