ROMA – Regione Lazio e Novartis insieme “per individuare misure atte a ridurre la mortalità legata alle malattie cardiovascolari, principale causa oggi di ricovero e decesso nel territorio della Regione Lazio”. A firmare il protocollo d’intesa, che rappresenta il primo accordo di medicina preventiva per le malattie cardiovascolari nel Lazio, sono stati Alessio D’Amato, Assessore regionale alla Sanità, Massimo Annicchiarico, Direttore generale della Programmazione sanitaria regionale, e Valentino Confalone, Country President e Amministratore Delegato Novartis Italia, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta oggi presso la sala Tevere della Regione Lazio.
Il protocollo. Novartis, azienda leader mondiale nella ricerca e sviluppo di terapie innovative, le Asl Roma 1, Roma 2 e Roma3, il Dipartimento di Epidemiologia, individuate e supportate dalla Regione Lazio per il tramite della Direzione Regionale Salute ed integrazione sociosanitaria, daranno vita ad un Gruppo di Lavoro a cui saranno demandate possibili iniziative di analisi, studio, approfondimento ed eventuale applicazione di soluzioni condivise. In particolare, si legge nel testo dell’accordo, compito precipuo, ma non esclusivo, del gruppo di lavoro sarà quello di “individuare percorsi di presa in carico e monitoraggio per i pazienti a rischio di eventi cardiovascolari, gestiti sul territorio regionale; condividere modelli di analisi di medicina di iniziativa e medicina di popolazione, disponibili a livello nazionale e internazionale; progettare percorsi formativi e informativi degli operatori sanitari e socio-sanitari; progettare campagne di sensibilizzazione e di diffusione della prevenzione secondaria e della medicina di iniziativa; favorire occasioni di dibattito per una efficace riorganizzazione della medicina territoriale attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale, le farmacie territoriali, le società scientifiche, le associazioni di categoria così come previsto dalla missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalla riforma territoriale della sanità impostata attraverso il DM77”.
La Regione Lazio. Per Alessio D’Amato, Assessore regionale alla Sanità, “l’obiettivo è far crescere la consapevolezza e la gestione del dato nella stratificazione della popolazione a rischio per intervenire con la prevenzione, garantendo così anche la sostenibilità del sistema. Per il Lazio questa è una giornata importante che conferma che la prevenzione ha per noi un ruolo strategico. In questi anni abbiamo fatto enormi passi avanti e lo dimostrano anche i dati del ranking del Lazio che nel nuovo sistema di valutazione nazionale è ben oltre la soglia di adempienza”.
Massimo Annicchiarico, Direttore generale della Programmazione sanitaria regionale, ha sottolineato di aver “già attivato il gruppo di lavoro con le Asl, il dipartimento prevenzione ed il coordinamento della Direzione Regionale Salute perché riteniamo importante trasformare il progetto in iniziative concrete in grado fo determinare un impatto sulla salute della popolazione assistita, secondo le indicazioni del DM 77 del Pnrr sulla prevenzione e sulle patologie croniche. Contiamo in tempi brevi di trasformare questo lavoro in un capitale di conoscenze da utilizzare per l’intero territorio regionale”.
Novartis. Soddisfazione anche da parte di Valentino Confalone, Country President e Amministratore Delegato Novartis Italia, che ha dichiarato: “L’accordo siglato oggi con la Regione Lazio ci rende molto orgogliosi perché pone le basi per un nuovo approccio alla medicina cosiddetta di “popolazione”, che intende anticipare i principali bisogni di salute grazie a una forte collaborazione tra pubblico e privato. Un modello sostenuto dal PNRR e dalla nuova riforma della sanità in chiave territoriale, soprattutto, ma non solo, nel caso di patologie come quelle cardiovascolari che incidono su larga scala nella società, e che avrà impatti e benefici di lungo termine per i pazienti e i sistemi sanitari”.
I dati. Secondo i dati del Rapporto “State of Health in the EU – 2021”, pubblicato dall’OCSE, le morti in Italia dovute a eventi acuti ischemici e ictus rappresentano il 18,7% dei decessi totali (seguite dai decessi per Coronavirus, 10% e per cancro al polmone, 5,3%). Lo stesso rapporto sottolinea come in media in Italia circa 300 ospedalizzazioni ogni 100mila abitanti siano da considerarsi “evitabili”. Oltre l’80% di tali ricoveri sono dovuti a patologie o eventi acuti cardiovascolari e a patologie correlate (come il diabete).
In Italia, le malattie strutturali del cuore sono tra le patologie croniche con maggior impatto, in termini di mortalità, disabilità e tra le più diffuse nella popolazione anziana, colpendo ogni anno oltre 1 milione di persone, ovvero il 12,5% degli over 65 (pari a 1 su 10). Un numero destinato a salire a 2,5 milioni entro il 2040, considerando l’attuale tendenza demografica legata all’invecchiamento della popolazione che vede la fascia anziana italiana raggiungere la soglia del 27% nel 2030, fino a sfiorare il 33% nel 2040 (Dati ISTAT).
Nel Lazio, come evidenziato dal “Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2021-2025”, approvato con delibera 21 dicembre 2021, n. 970, e secondo i dati pubblicati da Open Salute Lazio (OSL), nel 2020 le patologie del sistema cardiocircolatorio rappresentano la principale causa di ricovero in Regione, pari al 17,7% di tutti i ricoveri ospedalieri. Esse si configurano dunque come la principale causa di morte (21.554 decessi, pari al 36,3% del totale).