“Ci aspettiamo che la politica monetaria e fiscale continui a essere accomodante nei prossimi mesi e quindi riteniamo che le banche centrali difficilmente aumenteranno i tassi di interesse nel 2021. In questa fase, le valutazioni azionarie sono più appetibili delle obbligazioni e gli utili nel nuovo anno possono sorprendere al rialzo e tornare a livelli pre-Covid. A livello settoriale, puntiamo su ciclici, rinnovabili e temi legati alla digitalizzazione”. È l’analisi di Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik.
I risultati incoraggianti del vaccino contro il Covid-19 e la fine dell’incertezza intorno alle elezioni americane hanno portato a un forte rimbalzo del mercato a novembre e un consolidamento nel mese di dicembre. I nuovi vaccini e le aspettative di ripresa economica hanno portato a una rotazione dai titoli growth a value, a beneficio dei settori più colpiti dalla pandemia, in particolare i settori bancario, assicurativo, petrolifero e automobilistico, mentre a sottoperformare sono stati l’healthcare, il food e il settore delle utilities. L’aumento della propensione al rischio, la continua ricerca di rendimenti da parte degli investitori e il ruolo chiave della Bce hanno fatto scendere il rendimento dei titoli a 10 anni al minimo. La volatilità del mercato si è significativamente ridotta, con l’indice Vix che è sceso dal 42% a circa 22. Le materie prime sono salite, in particolare il petrolio e il rame. L’oro è invece sceso, dato che i progressi compiuti con i vaccini hanno portato a un aumento della propensione al rischio, con gli Etf di metalli preziosi che hanno registrato consistenti deflussi dopo i livelli record di ottobre.
“In un contesto come questo, nelle nostre scelte di investimento siamo diventati più positivi su settori legati alla componente ciclica dell’economia, mentre continuiamo a rimanere sui settori più esposti agli investimenti che saranno finanziati dai piani europei – vedi utilities legate al tema delle rinnovabili, infrastrutture, pagamenti digitali – e a tendenze strutturali come la digitalizzazione”, sottolinea Scauri. “Auspichiamo che l’opportunità legata all’utilizzo dei recovery fund sia mirata a uno sviluppo infrastrutturale e tecnologico del paese, accelerando gli investimenti già parzialmente in essere”.
“Il tema del consolidamento bancario a livello domestico – prosegue Scauri – sarà un tema del 2021. Vediamo Anima come principale beneficiario, in maniera indiretta, di un’ipotetica fusione fra Banco Bpm e Bper. Questo alla luce della possibile, successiva fusione fra Anima e Arca, con importanti sinergie sia a livello di top line, sia di costo. La nomina del nuovo Ceo di Unicredit sarà fondamentale per definire la nuova strategia della banca. La possibile fusione con Monte dei Paschi avverrà comunque, a nostro avviso, solo a condizioni di non intaccare il capitale della banca. Questo elemento e lo standing del nuovo Ceo saranno fondamentali per ricostruire l’equity story presso gli investitori, sia italiani sia esteri, a fronte di una valutazione che ci sembra eccessivamente penalizzata” conclude Scauri.
A livello di singoli nominativi, la posizione sulle utilities si concentra su Snam, dove si attende un re-rating sul tema green e sull’idrogeno in particolare. Resta un’ampia esposizione nei confronti di Enel, sulla scia del nuovo piano appena presentato, della piena visibilità sui dividendi e degli investimenti sulle energie rinnovabili. I principali titoli industriali in portafoglio si concentrano sui nomi tecnologici/pagamenti digitali/digitalizzazione, ovvero, Nexi, Stm e Reply. Fca è, a nostro avviso, molto interessante alla luce del dividendo straordinario e della valutazione post-fusione con Peugeot.
Tra i finanziari, Anima (per i motivi citati in precedenza) e Fineco. Tra i nomi small e mid-cap, il focus è su Danieli, sulla scia delle aspettative di ordini in entrata per nuovi impianti legati alla sostituzione degli altiforni ad alto inquinamento nell’industria siderurgica con impianti a tecnologia green, dove la società è leader di mercato a livello mondiale. Dopo il fallimento del piano di conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie, con contestuale pagamento di un dividendo straordinario, c’è fiducia che tale piano possa essere rimesso in atto, a condizioni diverse e più interessanti.