LATINA – Crescita esponenziale delle attività di CSR e di patient advocacy per Janssen Italia, divisione farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson: ogni anno, in media, sono oltre 50 i progetti realizzati in collaborazione con le Associazioni Pazienti e onlus attive nelle aree di maggior impegno dell’azienda quali onco-ematologia, neuroscienze, infettivologia, immunologia, malattie del metabolismo e cardio-metaboliche, ipertensione polmonare.
A dimostrazione di un rafforzamento del binomio Janssen-Terzo settore, l’azienda apre le porte del proprio stabilimento di Latina a una ventina di Associazioni provenienti da tutto il territorio nazionale, che potranno toccare con mano un “gioiello” produttivo tra i più moderni al mondo, in grado di produrre 100 Kg di compresse ogni ora grazie a un sistema all’avanguardia, detto “in continuum”.
L’evento rappresenta, inoltre, un’occasione di dialogo e confronto tra Associazioni, top management aziendale e Istituzioni su temi di estrema importanza quando si parla di cure e di salute: l’innovazione in ricerca e produzione, il raggiungimento di obiettivi condivisi, lo sviluppo di terapie efficaci e sicure, il tutto per rispondere ai bisogni di salute dei pazienti e per un miglioramento concreto della loro qualità di vita.
“Peer approach” e “co-creation” sono infatti le parole chiave che racchiudono l’approccio di Janssen nel dialogo con le Associazioni e quindi con i pazienti, un rapporto alla pari che determina l’ideazione e la realizzazione di progetti congiunti. “Negli ultimi 3 anni (2016-2017-2018) sono stati sostenuti 153 progetti con Associazioni di pazienti e onlus che operano in tutta Italia. Che si tratti del disegno di studi clinici, di iniziative di disease awareness, di programmi di formazione o di patient advocacy, tutto inizia e si chiude con il paziente. Paziente che non è solo affetto da una patologia, ma una persona con bisogni di salute che, in molti casi, soprattutto quando parliamo di Associazioni di pazienti, ha sviluppato competenze specifiche che gli permettono di confrontarsi da pari con aziende e Istituzioni.” afferma Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen.
In molti casi il supporto di Janssen va al di là del singolo progetto: attraverso un approccio di ascolto continuo e personalizzato le Associazioni, anche quelle più piccole, vengono accompagnate in maniera naturale nella loro evoluzione, in base alla propria vocazione, alle aree di impegno e alle peculiarità e strumenti che le caratterizzano.
Il paziente è la “stella polare” di tutti coloro che lavorano in Janssen come si evince dal Credo di Johnson & Johnson, il sistema di valori condivisi da tutte le società del Gruppo, Janssen in primis: “J&J è responsabile verso il paziente, gli operatori sanitari, le terze parti e quindi i fornitori e la società per tutto quello che fa e che commercializza.” Un chiaro riferimento al tema della “centralità del paziente” che, pur risalendo a quasi 80 anni fa, resta tutt’oggi di grande attualità perché, come afferma lo stesso Scaccabarozzi richiamando le parole del fondatore Paul Janssen: “Più tempo alla vita, più vita al tempo. Perché alla fine c’è sempre un paziente che aspetta una risposta”.
“Siamo molto lieti di ospitare un’ampia delegazione di rappresentanti delle Associazioni italiane. Oggi abbiamo voluto ricambiare la fiducia che essi ripongono in noi, ogni giorno, invitandoli a ‘casa’ per mostrare loro, da vicino, il processo di produzione di farmaci e terapie, anche salvavita, la professionalità di chi lavora quotidianamente in azienda, l’elevato livello innovativo delle tecnologie impiegate, che ci permette di competere a livello mondiale: il tutto nel rispetto dei più severi standard di processo e di sicurezza, come richiesto dagli enti regolatori internazionali di Europa, Stati Uniti e Giappone”, ha commentato Paula Shepherd, General Manager dello stabilimento di Borgo San Michele.
Lo stabilimento produttivo di Borgo San Michele (LT) è uno tra i più moderni e innovativi al mondo. Il sito, che si sviluppa su una superficie di 136.000 mq, conta su un sistema unico nel suo genere, un modello produttivo innovativo automatizzato che, senza interruzioni di processo, è in grado di realizzare 100 Kg di compresse l’ora, nonché di elevare la velocità di produzione del 30% mantenendo alti standard e minimizzando gli errori. Dall’introduzione del sistema, il plant è arrivato a produrre ogni anno 4 miliardi di pillole – specialità farmaceutiche che derivano da principi attivi sviluppati da attività di ricerca interna e acquisizioni -, il 90% delle quali destinate al mercato mondiale, ma l’obiettivo 2021 è di arrivare a produrre 5 miliardi di compresse. Già nel 2018, battendo il suo record produttivo, si è aggiudicato il premio ISPE “Facility of the Year Awards – FOYA 2019” per la categoria ‘Equipment Innovation’. Un’eccellenza dell’industria 4.0 che è stata anche esportata in Cina, dove è stato realizzato uno stabilimento “gemello” che duplica sistemi, competenze e modelli produttivi del sito laziale.
“Innovare significa scoprire e sviluppare nuovi farmaci – lo scorso anno abbiamo investito in ricerca a livello globale 8,4 miliardi di dollari (7,6 miliardi di euro), sviluppato oltre 100 farmaci e ottenuto dalla FDA americana 9 designazioni di terapie innovative -, e anche ricercare nuove frontiere per produrli, innalzando il livello tecnologico. Questo è proprio quello che facciamo a Latina e siamo orgogliosi di aver aperto le porte di questo nostro ‘gioiello’ in termini industriali, economici, scientifici e sociali, per farlo conoscere a coloro che ne sono i veri destinatari: i pazienti.” conclude Scaccabarozzi.
Hanno partecipato la Consulta Regionale per la Salute Mentale della Regione Lazio e le seguenti associazioni: AIL Onlus, AICCA Onlus, AIPI Onlus, AMIP Onlus, AMRER Onlus, ANAP Onlus, APMAR Onlus, CIG – Arcigay Milano, Cittadinanzattiva, Epac Onlus, GILS Onlus, IncontraDonna Onlus, NADIR Onlus, Progetto Itaca Onlus, Salute Uomo, Salute Donna Onlus, Europa Uomo Onlus.