(PRIMAPRESS) – SIRIA – Quella che è stata salutata ieri come una tregua richiesta da Donald Trump all’aggressione turca ai curdi nel Nord-Est della Siria, ha tutta l’aria di essere una sorta di invito al Kurdistan di retrocedere e lasciare parte del territorio confinante con la Turchia.Recep Tayyip Erdoğan ha accettato la proposta degli Stati Uniti di fermare temporaneamente le operazioni militari per dare il tempo ai combattenti curdi di lasciare le aree di confine. I combattenti dell’Unità di protezione popolare YPG, stando all’accordo preso da Erdogan e Trump dovrebbero smobilitare la safe-zone entro 120 ore. Ma le prime ore trascorse senza spari non sembrano aver prodotto il ripiegamento nonostante il comandante delle Forze Democratiche Siriane (SDF), la coalizione di arabi e curdi che aveva combattuto la guerra contro l’ISIS insieme agli Stati Uniti, ha detto di avere accettato la proposta turca, ma limitatamente all’interruzione dei combattimenti nella regione compresa tra Ras al Ain e Tal Abyad, dove la Turchia aveva finora concentrato i propri sforzi militari. Non si è espresso, però, circa altri punti dell’accordo tra Turchia e Stati Uniti, come il ritiro delle forze curde dalla “safe zone”, il disarmo dei miliziani curdi e lo smantellamento delle postazioni militari. Dunque saranno le prossime ore a far capire a quanto sia servito il momentaneo “cessate il fuoco”.
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