ROMA – Stefano Lentini, autore delle musiche di Mare Fuori (Rai/Netflix), La Porta Rossa (Rai), autore dello “Stabat Mater” di The Grandmaster (Wong Kar-Wai, candidato a due premi Oscar), ci guida in un percorso denso di emozioni e profondamente spirituale.
Concepita come una Suite in ventuno Movimenti, “SOPRAVVISSUTI – COLONNA SONORA ORIGINALE DELLA SERIE TV” (RaiCom) è un’opera contemporanea, profonda e complessa, che rivisita la classicità.
Rolling Stones ha definito il tuo album Fury “un viaggio nel lato oscuro della mente umana”. Questa colonna sonora attraversa territori simili?
«In “Fury” la ricerca musicale ruotava attorno al concetto della rabbia, in questo caso il punto di partenza è molto diverso, ma gli esiti sono per certi versi simili. La storia di “Sopravvissuti” è drammatica e oppressiva, e non saper guardare verso questi traumi provoca conseguenze ancora peggiori. La musica ne risente, affonda in profondità e cerca di risalire verso la luce».
Perché una Suite in ventuno movimenti?
«L’idea della Suite musicale mi accompagna da tanti anni e mi aiuta a gestire le complessità. Scrivendo musiche in più atti mi sento libero di poter mettere il punto e ripartire, di affrontare aspetti diversi di uno stesso nucleo di significato».
Come può la musica toccare l’Abisso?
«Non conosco la regola che consente alla musica di trascinare l’ascoltatore verso uno stato di consapevolezza diverso, ma so che ciò accade. So che il potere della musica è immenso, mistico. Credo che la sua potenza risieda nell’autenticità dell’idea musicale, nella sua indipendenza dal tempo e dalle consuetudini estetiche».
Non è la prima volta che affronti il tema del mare. In “Mare Fuori” hai messo in musica l’anima del carcere giovanile di Napoli, in che modo è diverso il mare di “Sopravvissuti”?
«Sono due mari, due oceani, molto diversi. Quello di “Mare Fuori” è altrove, salva, fa sperare, travolge di bellezza. Questo è un mare che uccide, che rapisce. Sono due facce della stessa medaglia, anzi meglio, lo Yin e lo Yang, i due principi della dualità della vita».
Stefano Lentini è nato a Roma nel 1974. Inizia a comporre musica da bambino quando all’età di dodici anni inizia suonare la chitarra. Il suo primo strumento è stato una chitarra classica costruita dal nonno falegname con le ante di un vecchio armadio.
La passione per la composizione va di pari passo con quella per la registrazione. Inizia a registrare usando l’auricolare di una cuffia come magnete microfonico collegato al cassette recorder dello stereo hi-fi di casa. Compone e registra musica su registratori multitraccia analogici fino a venticinque anni, passando dal quattro tracce ad audiocassetta ad un otto piste a bobina, nel frattempo studia flauto traverso, suona heavy metal in una band, canta in un coro polifonico e studia liuto rinascimentale al Conservatorio di Musica di Roma “Santa Cecilia”. Negli stessi anni si laurea in Antropologia Culturale e studia Etnomusicologia a Roma e a Londra con una borsa di studio. Tornato da Londra nel 1999 incide il suo primo EP e comincia a lavorare come assistente per diversi ingegneri del suono. Fino al 2005 lavora come ingegnere del suono e suona in diverse formazioni folk e pop, scrive nel 2004 il suo primo concerto per pianoforte e orchestra grazie al quale firma il suo primo contratto come assistente, tecnico audio e co-compositore della colonna sonora del film “Excellent Cadavers” di Alexander Stille. Nel 2006 firma la sua prima colonna sonora per il film indipendente “Shooting Silvio”. Ha scritto più di quaranta colonne sonore per la televisione e il cinema tra cui le serie tv: “Mare Fuori” (Rai/Netflix), “Braccialetti Rossi” (RAI), “Studio Battaglia” – il remake italiano della serie BBC “The Split”, le tre stagioni della serie “La Porta Rossa”. Nel 2013 collabora alla colonna sonora del film candidato a due Premi Oscar “The Grandmaster” e prosegue nel 2019 la sua collaborazione con Wong Kar-Wai per il cortometraggio “Self 05” per Yves Saint Laurent. Nel 2014 fonda Coloora, società di produzione di musica da film con la quale produce e supervisiona progetti in Brasile, India, Marocco, Ucraina, Cina, Stai Uniti.
Il suo eclettico approccio musicale lo ha portato reinterpretare opere classiche come “La Traviata” di Giuseppe Verdi, a scrivere brani rap, canzoni d’autore e lavori progressive e alt-classic come l’album “Fury”.