I rischi esistono. I mercati azionari globali hanno iniziato il 2020 in condizioni ideali, con un grande focus sulle politiche dell’amministrazione Trump in vista delle elezioni e sull’attenzione posta dalla Cina alla stabilità economica in vista del 2021. I multipli si sono mossi al rialzo. Poi la proverbiale farfalla ha sbattuto le ali e ci siamo ritrovati con il nuovo coronavirus, che ha introdotto un rischio contro il quale la politica monetaria – lo strumento preferito al mondo per assicurare la stabilità economica – sembra essere poco efficace. Dalla Cina ha iniziato a diffondersi, insieme al virus, uno shock dal lato dell’offerta.
Il COVID-19 sembra essere molto contagioso, ma relativamente meno grave rispetto a virus come l’ebola e la MERS; tuttavia una pandemia è sinonimo di sofferenza e morte, quindi va affrontata con urgenza. Il controllo immediato del COVID-19 è particolarmente complesso, poiché molti contagiati non hanno sintomi così evidenti da poter essere individuati e isolati rapidamente. Paradossalmente, potrebbe essere più semplice contenere un virus più aggressivo, in grado di mettere a repentaglio seriamente la salute della maggior parte delle persone (come la MERS o persino la SARS).
In ogni caso un nuovo virus che si diffonde velocemente induce il panico e aumenta la volatilità delle quotazioni degli asset, poiché comporta rischi imprevisti. In circostanze e momenti come questo, potersi avvalere di una piattaforma di ricerca globale, con esperti dislocati in tutto il mondo, è sicuramente di grande aiuto.
Il nostro primo compito in qualità di gestori è agire con tempestività. Ad esempio, quando il virus ha iniziato a diffondersi dalla Cina e dal Sud-est asiatico per approdare in Europa, la nostra strategia è stata quella di aumentare subito la liquidità in portafoglio, vendendo alcuni strumenti più rischiosi. Questa liquidità potrà essere reinvestita in opportunità migliori, appena si presenteranno. Inoltre, nello scenario attuale, sono interessanti le società che gestiscono borse valori e le utility dato che, a nostro avviso, questi titoli dovrebbero resistere anche in situazioni di crescente volatilità. Nonostante l’importanza di un’azione rapida in casi di panico, in genere vi è una finestra temporale molto breve prima che la gravità della situazione si rifletta nelle quotazioni, spingendole a livelli estremi, e ora ovviamente siamo più vicini a questi livelli rispetto a un mese fa.
Stiamo cercando di capire se la reazione globale al virus possa causare una crisi sul credito e di valutarne il rischio. Il crollo delle quotazioni petrolifere e gli aerei rimasti a terra, infatti, avranno ripercussioni sui flussi di cassa e sui bilanci. Occorre essere cauti, perché le crisi del credito possono provocare danni reali anche per gli investitori azionari nel medio termine.
In questo momento dobbiamo ricorrere all’immaginazione per pensare come sarà il mondo tra un anno. Verremo messi tutti in quarantena, smetteremo di volare e tutte le nostre riunioni si svolgeranno in videoconferenza? Si tratta di un’eventualità estrema e improbabile. In sintesi, non riteniamo che il mondo sia entrato in un nuovo paradigma, nell’ambito del quale non si viaggia e non ci si riunisce con altre persone, anche se il mercato è in grado di prezzare questo timore. Di certo, i viaggi e le riunioni caleranno sensibilmente nei prossimi sei mesi circa, così come l’attività economica.
Indipendentemente dall’incerto contesto attuale, crediamo che il modo corretto di operare consista nel continuare a investire nelle idee migliori, accettando la realtà che tale decisione comporta scelte difficili. La paura delle perdite è forte e può tradursi in decisioni sbagliate. La paura del rimpianto futuro è più difficile da gestire. Di cosa ci pentiremo in futuro? Ciò riguarda sia la vita che gli investimenti. Nella mia carriera ho notato che gli investitori si pentono di non aver acquistato asset di valore in tempi di crisi. Anche se a breve termine può succedere di tutto, la storia ci insegna che, nel lungo periodo, se ci si focalizza su asset di valore, i risultati arrivano.
Il virus ha messo in discussione la possibilità di una moderata accelerazione economica, che avevamo previsto per il primo semestre del 2020. Tuttavia, dato il livello di liquidità globale e la probabile risposta politica, riteniamo molto probabile che l’accelerazione economica venga solo posticipata anziché azzerata. D’altro canto, in seguito all’epidemia potrebbe verificarsi un importante rimbalzo dell’attività, uno scenario per il quale vogliamo nutrire un cauto ottimismo. Nel frattempo, ci stiamo impegnando per prendere decisioni ragionevoli, cercando un punto d’equilibrio non solo tra rischio e rendimento, ma anche tra paura delle perdite e rimpianti.
David Eiswert
*gestore del fondo T. Rowe Price Global Focused Growth Equity, T. Rowe Price