MILANO – Dal 10 al 29 gennaio debutta in prima nazionale all’Elfo Amore e informazioni, di Caryl Churchill, regia Marina Bianchi, con Corinna Agustoni, Mauro Barbiero, Elena Callegari, coreografa e performer Chiara Ameglio, progetto Collettivo Amore e informazioni, produzione Teatro dell’Elfo, collaborazione produttiva Fattoria Vittadini. Acutezza di sguardo politico, innovazione formale, audacia nella sperimentazione del linguaggio e quasi dissoluzione della struttura teatrale sono gli elementi fondanti in Love and information della drammaturga britannica Caryl Churchill. Il testo nella versione originale prevede 57 scene per oltre cento personaggi e, come scrive Paola Bono nella postfazione alla raccolta di testi della Churchill, «è un caleidoscopio che densamente riflette su un regime di iper-informazione che paradossalmente ci lascia ignari del mondo, privi di memoria e incapaci di emozioni». Il rapporto tra ‘Amore’ e ‘Informazioni’ è il nocciolo della pièce: le 7 sezioni di cui è composto il testo ne illuminano tutte le possibili interazioni. La prima sezione racconta della brama di informazioni; la seconda di informazioni indesiderate; la terza si concentra sul controllo dell’informazione; nella quarta è l’informazione a comandare sull’esperienza umana; dalla quinta sezione alla settima riusciamo a leggere nella ‘e’ del titolo ‘la possibilità di reciprocità, relazione, collaborazione tra amore e informazioni’. «Il testo è costruito sulle innumerevoli e potenzialmente infinite varianti combinatorie tra i due elementi, ‘amore’ e ‘informazione’ che a sua volta dipende dalle innumerevoli varianti sceniche a cui si presta per acquistare forma e senso».
Le 57 scene originali (alcune della durata di pochi secondi, altre di qualche minuto) riunite in 7 sezioni saranno rappresentate da soli 3 attori e una performer. Abbiamo immaginato un ambiente neutro, non caratterizzato, una ‘scatola’ bianca (o nera) dove pochi oggetti, alcune sedie, vedranno gli attori entrare e uscire dalle varie scene indossando una maschera da animale o di varie umanità, parrucche e cappelli. La caratterizzazione dei personaggi nella pièce non trova una necessità, ciascun dialogo può avere diversissime interpretazioni, quello che il testo illumina è la ricerca delle interazioni/relazioni primarie tra i protagonisti; protagonisti che nell’indossare una ‘maschera’ si svelano nella loro intuizione primaria e ci aiutano ad addentrarci nel tentativo di conoscenza (informazioni) delle relazioni affettive (amore) che lo spettacolo dipana.
Il susseguirsi velocissimo delle scene verrà aiutato e sottolineato da un filo sonoro, una giustapposizione di pezzi contemporanei che diventa un ulteriore elemento fondante della messa in scena. Ogni stacco musicaleconcluderà la scena appena vista e introdurrà la seguente permettendo la decantazione di quanto appena visto e la curiosità per il pezzo successivo. Anche la danza entrerà come possibilità espressiva nel dipanarsi delle scene, seguendo un’intuizione dell’autrice.