MILANO – Convivenza forzata, spazi ristretti, video-lezioni, impossibilità di uscire. Anche gli adolescenti, in queste settimane, vedono il loro mondo stravolto e ridefinito da nuove regole. Il rischio che corrono, più degli altri, è quello di rifugiarsi in un uso smodato di smartphone e dispositivi elettronici ed incappare in quella che è stata definita overdose digitale. Dottori.it, sito e app leader in Italia per la prenotazione di visite specialistiche, ha chiesto alla dottoressa Valeria Arrà, psicologa iscritta al portale, quali siano i consigli che i genitori possono mettere in pratica per aiutare i propri figli ad evitare un utilizzo eccessivo dei dispositivi elettronici:
– La tecnologia al servizio della condivisione. Per favorire un uso proprio della tecnologia ed impedire ai ragazzi di usarlo come mezzo di isolamento, il genitore può valorizzare la competenza del figlio adolescente nell’uso delle nuove tecnologie per informarsi insieme a lui delle iniziative che via via stanno prendendo piede sul web: dalle visite guidate nei principali musei d’Italia ai diversi artisti che propongono dirette streaming per trasmettere le loro esibizioni casalinghe. La tecnologia, in questo momento, sta garantendo un senso di comunione e di solidarietà che, a fronte delle limitazioni imposte e delle angosce provate, rischiava di venire surclassato. In questo momento la tecnologia sta veicolando messaggi molto positivi, di speranza e di forza.
– Parola d’ordine: organizzazione. Convivere pacificamente è possibile grazie all’organizzazione e alla programmazione. Facendo un programma della giornata, con compiti stabiliti si può evitare il conflitto. “È bene mantenere una continuità con quanto avveniva prima di questo momento: il mondo è fermo solo in apparenza, noi siamo chiamati ad andare avanti. Pertanto, continuare ad assolvere i propri impegni scolastici, usufruendo anche delle lezioni online, è fondamentale nel generare stabilità e garantire punti di riferimento importanti” afferma la dottoressa Arrà. Il genitore è chiamato a supportare, per quanto possibile, la loro spinta all’autonomia invogliando i figli adolescenti a impegnarsi nell’organizzazione delle loro giornate, assolvendo la funzione di “allenatore” alla gestione di sé stessi in modo sano.
– Internet sì, ma non troppo. “Il vuoto dato dall’assenza di svaghi e del gruppo dei pari può comportare un uso eccessivo di questi mezzi virtuali di comunicazione e di distrazione determinando quella che viene chiamata “overdose digitale” – spiega la dottoressa Arrà – È fondamentale quindi stabilire dei limiti nell’utilizzo dei dispositivi virtuali riconoscendone però il loro valore, per esempio nel permettere all’adolescente di restare in contatto con i suoi amici o il partner e nel proseguire l’attività scolastica”. Terminate le video-call, si possono proporre attività alternative ai propri figli adolescenti cercando di trasmettere la consapevolezza dell’unicità di questa occasione: avendo a disposizione tanto tempo, si possono riscoprire i rapporti con coloro che vivono con noi ma di cui sappiamo sempre meno, perché presi dalla fretta e distratti dalla tecnologia che ci circonda.
– Spazio alla creatività. Il tempo è tanto e le cose da fare sono poche, soprattutto durante il weekend il tempo si dilata, ma la reclusione obbligata potrebbe essere riletta come occasione per svolgere attività che di solito non si ha mai tempo di fare, per dare sfogo alla propria creatività, per leggere un libro e perché no, anche per riposare! Da un lato, ai figli adolescenti si può proporre di fare qualcosa di diverso dal solito come cucinare, fare giardinaggio, suonare uno strumento… con la prospettiva di poter trasformare questo passatempo in un progetto stabile, da mantenere anche in futuro; dall’altro, questo tempo meno strutturato può rappresentare una sorta di allenamento all’autonomia nella definizione delle proprie giornate.
Il vuoto non implica necessariamente angoscia, ma può rappresentare anche lo spazio per dare vita alla propria creatività troppo spesso soffocata dall’eccesso di stimoli a disposizione.
– Imparare a “sentirsi”. Empatia, capacità di ascolto di sé e della propria famiglia, imparare a stare con sé stessi. Per i ragazzi, la noia di questi giorni può essere una buona occasione per imparare a stare con le proprie emozioni, imparare a “sentirsi” e a riconoscere i propri bisogni al di là di quello che ci viene continuamente imposto. È importante approcciarsi a loro con grande empatia, riconoscendo la fatica nell’affrontare momenti di noia e insofferenza, ma anche i timori e le paure rispetto all’evolversi incerto della situazione. I genitori sono chiamati a contenere e aiutare a gestire le eventuali difficoltà emotive dei loro figli adolescenti, filtrando le proprie angosce e instaurando comunque un dialogo fondato sull’onestà dei vissuti che essi stessi sperimentano durante questa situazione.