ROMA – Telemedicina e intelligenza artificiale per prendersi carico del paziente oftalmologico, alla luce di una sanità che cambia. È il tema su cui hanno puntato l’attenzione gli oculisti di AIMO, insieme all’Associazione GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi), intervenendo oggi ad un simposio che si è svolto nell’ambito del 14esimo Forum Risk Management, in programma a Firenze fino a venerdì prossimo. L’incontro, dal titolo ‘L’equilibrio tra umanesimo ed innovazione tecnologica in oftalmologia’, è stato presieduto dal presidente dell’Associazione Italiana dei Medici Oculisti, Luca Menabuoni, ed è stato coordinato dal consigliere di AIMO e segretario di GOAL, Danilo Mazzacane. Tra i relatori anche il socio di AIMO e responsabile dell’Oculistica Territoriale ASL TO5, Alberto Piatti. “Le nuove frontiere e quindi le nuove sfide dell’oftalmologia in un prossimo futuro saranno quelle di mettersi al passo con i tempi- ha detto il presidente Menabuoni- La tecnologia sta prendendo sempre più piede nella nostra professione e le sale operatorie saranno sempre più robotizzate. E lo stesso dovrà accadere per i nostri ambulatori. Allora per il futuro si può immaginare una rete in cui, chi ha conoscenze specifiche, potrà aiutare in tempo reale il medico oftalmologo a fare una pronta diagnosi e un’adeguata terapia. Si può insomma immaginare una medicina nuova, altrettanto efficace, e allo stesso tempo rispettosa dei diritti del malato. Solo in questo modo tutti i cittadini potranno veramente avere un facile accesso al Servizio sanitario nazionale”.
Gli oftalmologi italiani guardano quindi al futuro, puntando da un lato alla telemedicina, che trasporta “non più uomini ma immagini che vengono registrate e salvate su cartelle digitali nelle reti aziendali”, e dall’altro all’intelligenza artificiale, che “può aiutare il professionista offrendogli una pre-lettura degli esami diagnostici”. A raccontare l’esperienza della sua ASL, dove da quest’anno è stato predisposto un percorso diagnostico terapeutico (PDTA) dedicato ai pazienti con retinopatia diabetica, il dottor Piatti. “Abbiamo avviato con buonissimi risultati la refertazione a distanza- ha fatto sapere Piatti- utilizzando la rete informatica aziendale e una cartella digitale condivisa su cui vengono caricate le immagini della retina riprese da personale addestrato con fotocamere digitali. Ma non ci fermiamo qui: nel 2020 introdurremo anche una pre-refertazione con intelligenza artificiale (AI), che avrà lo scopo di ridurre l’impegno umano nella valutazione dello screening. Il software di AI lavora nell’ambito della cartella digitale ed è in grado di riconoscere le lesioni elementari della retinopatia, ponendo una prima diagnosi di presenza/assenza di retinopatia. Ebbene: la sensibilità del sistema di AI è risultata essere prossima al 90% nei primi test effettuati”.
Secondo Mazzacane, il tema della telemedicina e quello dell’intelligenza artificiale suscitano grande interesse “in quanto la medicina punta sempre di più sulla tecnologia e sulla perfezione della diagnosi- ha sottolineato- La nuova medicina dovrà mirare a guarire e ad essere efficace, ma allo stesso tempo dovrà preoccuparsi di essere anche giusta, rispettando i diritti del malato e risultare appropriata nell’orizzonte della giustizia, prendendo in seria considerazione l’accesso ai servizi e l’equa distribuzione delle risorse”. Per il segretario di GOAL l’innovazione tecnologica è “sicuramente utile”, ma “va interpretata in termini di migliore efficienza della diagnosi e cura delle varie patologie, con una realizzazione mirata che non vada solo a soddisfare il settore economico e finanziario della sanità, ma tenga conto anche dell’aspetto umano del paziente”, ha concluso.