(PRIMAPRESS) – LONDRA – È pronto il programma elettorale che i Tory, l’antico partito molto vicino alla monarchia, lanceranno oggi in vista del voto del 12 dicembre. Il premier Boris Johnson, avrà modo sostenere la necessità di “voltare pagina” definitivamente sulla Brexit. Il timing out del primo ministro è di arrivare a prima di Natale per completare il report con i dettagli dell’uscita per poi raggiungere l’uscita entro fine di gennaio.Nel suo discorso programmato nel West Midlands, tranquillizzerà, probabilmente, gli inglesi che non aumenterà le tasse per cinque anni e che con la definitiva uscita dall’UnioneEuropea, “rimetterà più soldi nelle tasche delle persone”.Dall’altra parte, a dare filo da torcere ai Tory, sono i laburisti di Jeremy Corbin con il loro manifesto elettorale che promette di “trasformare” il Regno Unito e di portare “un vero cambiamento” nel paese. È un programma di ben 105 pagine. Tutto scritto nero su bianco per la nazionalizzazione dei servizi base (ferrovie, poste, acqua ed elettricità), giustizia fiscale, l’abolizione delle rette universitarie e Internet veloce gratuito per tutti.Ma anche 75 miliardi di sterline per il più grande programma di edilizia popolare, una rivoluzione verde entro il 2030 e la promessa di alzare del 5% lo stipendio di tutti i dipendenti pubblici, una misura che costerebbe allo stato 5,3 miliardi di sterline.
Corbyn punta il dito contro il “ricco establishment di banchieri e milionari” che sono contro il programma laburista e che monopolizzano il mercato. Sulla Brexit, il leader ribadisce il suo progetto di rinegoziare un nuovo accordo di uscita con l’Unione Europea, da mettere a referendum nei prossimi sei mesi dopo le elezioni del 12 dicembre. Nel manifesto anche la promessa di concedere a tutti i cittadini europei che già vivono nel Regno Unito il diritto automatico a rimanere nel paese dopo la Brexit.
Un programma certamente ambizioso forse troppo secondo alcuni analisti e scettici, che non vedono in Corbyn il leader adatto ad implementare la “rivoluzione” da lui invocata. Al momento, le carte non giocano affatto in suo favore, e i sondaggi lo danno di almeno dieci punti indietro rispetto al suo sfidante conservatore Boris Johnson, il favorito per la vittoria. – (PRIMAPRESS)