PADOVA – È stata recentemente pubblicata la graduatoria delle migliori università del mondo stilata dalla US News and World Report, una società americana che analizza da anni organizzazioni e notizie e ne deriva classifiche ed analisi.
In questo caso la graduatoria si concentra sulla reputazione delle varie discipline mediche valutando su basi il più possibile oggettive la qualità delle accademie. Sono state in questa settima graduatoria infatti analizzate 1748 istituzioni accademiche di 86 nazioni, tra le quali 58 atenei italiani con punteggi ponderati che sono il risultato della combinazione di diversi criteri e dati, ricavati dal database Clarivate Analytics.
Da questa analisi emerge come tre Scuole di Specializzazione dell’Ateneo Patavino si classifichino tra le 100 migliori del mondo ed in particolare Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Endocrinologia e Malattie del Metabolismo e Malattie dell’Apparato Digerente. Per quest’ultima Scuola di Specializzazione tra l’altro, l’Italia piazza ben otto scuole tra le prime 100 al mondo “Best Global Universities for Gastroenterology and Hepatology”.
«È una importante soddisfazione, che credo di condividere con i colleghi della Cardiologia e dell’Endocrinologia – dice il Prof. Fabio Farinati, Direttore della Scuola di Malattie dell’Apparato Digerente -, e che giustifica i nostri sforzi per formare Specialisti che abbiano una preparazione tale da poter competere nel mondo del lavoro, che trovano posto in tutti i centri migliori di Gastroenterologia nel Triveneto, in Italia ed anche all’Estero.
La nostra Scuola aveva ricevuto già la certificazione dell’European Board of Gastroenterology, sola in Italia assieme a Milano, certificazione che è stata recentemente rinnovata, è attualmente in corso di certificazione ISO 2001 e questo nuovo riconoscimento non fa altro che spingerci a dedicare ulteriore impegno al suo sviluppo, in termini di inclusività della rete formativa e di contenuti scientifici e clinici, anche per quanto riguarda endoscopia, ecografia e fisiopatologia che fanno parte integrante del bagaglio di conoscenze che i nostri specializzandi acquisiscono durante il corso.
Spero anche che i risultati ottenuti dalle scuole di specializzazione italiane, e dell’Ateneo di Padova in particolare, vengano adeguatamente soppesati dal decisore politico che, a vari livelli, propone una formazione alternativa, tutta spostata sul territorio, degli specialisti, percorso formativo che difficilmente garantirebbe agli specializzandi lo stesso livello di preparazione che oggi ottengono nella sede universitaria».